LA BIBLIOTECA OICCE
Vainer Salati
ATOMI, MOLECOLE E VINO
Gimar Tecno Corriere Vinicolo, Asti, 1999
Nell'ottica di collaborazione con le istituzioni scientifiche
e didattiche che la contraddistingue, la Gimar Tecno ha recentemente
promosso la stampa in volume della serie degli articoli di Vainer
Salati apparsi sul Corriere Vinicolo.
Il volume "Atomi, Molecole e Vino" raccoglie così
i 46 articoli sulla chimica enologica che il prof. Salati ha pubblicato
nell'arco di quasi un decennio, tra il 1990 e il 1997.
Si tratta innanzitutto di un testo di divulgazione scientifica.
La destinazione originaria dei diversi capitoli (il paginone centrale
del Corriere Vinicolo) impone una lunghezza standard dei capitoli
ed una scrittura discorsiva che deve tradurre i tecnicismi in
frasi più colloquiali. Il risultato è una fonte
agevole di informazioni di chimica enologica, destinata innanzitutto,
come sottolinea Vainer Salati nella prefazione, agli allievi ed
ex-allievi delle scuole enologiche e di specializzazione in viticoltura
ed enologia.
Gli argomenti trattati sono strettamente legati ai componenti
naturali del vino e alle sue caratteristiche. Non vengono quindi
descritti, se non talvolta di riflesso, gli aspetti chimici dei
trattamenti dei vini. Lo scopo degli articoli di Salati èinfatti
quello di fornire una conoscenza chimica iniziale della realtà
con la quale viene in contatto il tecnico di cantina, conoscenza
indispensabile per un comportamento conscio e avveduto.
L'avanzamento delle scienze, ed in particolare della chimica,
ha reso possibile una conoscenza molto approfondita del vino,
e ha messo in luce l'estrema varietà dei suoi componenti
e dei loro significati. I capitoli del libro, seguendo le diverse
famiglie di composti presenti nell'uva e nel vino, ne tracciano
una mappa chimica che permette di svelarne le caratteristiche
di composizione.
L'unico appunto che si può rivolgere al testo è
la mancanza di un indice alfabetico o per soggetti, e della bibliografia
utilizzata, che lo avrebbero reso di più facile consultazione
e immediato utilizzo.
Aldo Lorenzoni; Carlo de Biasi
IL RECIOTO DI SOAVE
Consorzio Tutela Vini Soave e Recioto di Soave,
Soave, 1998
Il "Recioto di Soave", testo a più mani curato
da Aldo Lorenzoni e Carlo de Biasi, per diverse ragioni può
essere definito un libro importante per l'enologia italiana.
Gli interventi presentati nel testo sono il frutto di una serie
di seminari tenuti nel 1998, raccolti successivamente in un volume
organico. Ogni autore presenta in questo modo una sfaccettatura
del complesso mondo dei vini dolci ottenuti per appassimento dell'uva,
e quindi il libro diviene non solo un'ottima presentazione del
Recioto di Soave, ma anche un testo di riferimento per una buona
conoscenza di questa complessa e particolare tipologia di vini.
Probabilmente per questa ragione il testo è stato premiato,
in occasione di Vinitaly 2000, come il più importante libro
di scienza enologica pubblicato nell'anno: premio prestigioso
che dimostra come il Consorzio Tutela Vini Soave e Recioto di
Soave avesse ben visto nel lanciare una operazione certamente
lunga e complessa, ma che è stata coronata da felicissimo
esito.
I testi presentati hanno in primo luogo l'obbiettivo di definire
in termini sociali, legislativi e di mercato il ruolo del Recioto
di Soave nel panorama dei vini passiti. Così si trova il
contributo di Laura La Torre rivolto alla descrizione degli aspetti
legislativi legati alla DOCG, gli interventi di Lamberto Paronetto,
Luigino Bartolazzi e Bruno Marchioni sulla ricchezza storica e
l'identità specifica del Recioto di Soave, i numerosi interventi
rivolti alla descrizione del mercato dei vini dolci in Italia,
in Germania e in Inghilterra (con testi di L. Bonuzzi, S.B. Sangiorgi,
S. Pellegrini, A. Marz, N. Belfrage).
Si presentano anche lavori tecnici che partono dalle uve, con
la descrizione dei cloni di Garganega compiuta da Angelo Costacurta
in "Quale Garganega per il Recioto del 2000?". Si segue
con il processo di appassimento per la produzione del Recioto,
sia con metodi tradizionali che con impianti di condizionamento
ambientale, descritti da due interventi di Carlo De Biasi, Claudio
Sordato e Elio Novello. Si termina con la descrizione degli aspetti
dell'affinamento dei vini dolci in botti di legno, compiuta da
Vittorio Fiore. Il profilo chimico del Recioto viene descritto
da Giuseppe Versini e Silvia Carlin.
Conclude il testo la descrizione della strada del Vino Soave,
compiuta dai curatori del libro Aldo Lorenzoni e Carlo de Biasi,
che, oltre a presentare il nobile territorio dove nasce questo
vino, costituisce un piacevole invito a passare qualche giorno
tra bellezze naturali e artistiche.
AA.VV.
ATTI DELL'ACCADEMIA ITALIANA DELLA VITE E DEL VINO - 1995
Edizioni Lama, Piacenza, 2000
Dopo un silenzio durato alcuni anni, è ripresa la pubblicazione
degli Atti dell'Accademia Italiana della Vite e del Vino, con
il volume che raccoglie le relazioni delle Tornate del 1995.
Il volume comprende testi che riguardano la viticoltura e l'enologia.
Per quanto riguarda la viticoltura di particolare interesse è
il testo del prof. Cesare Intrieri "La densità di
impianto e l'equilibrio fisiologico: due principi a confronto
per la viticoltura del 2000" che presenta un quadro prospettico
nel quale concetti come la densità di impianto, la produzione
per ceppo e la produzione per ettaro sono problematiche tecniche
con limiti e possibilità identificabili sperimentalmente
in rapporto alle possibilità energetiche del clima e del
suolo.
I lavori che riguardano l'enologia coprono un ampio arco di argomenti,
dalla certificazione, alla degustazione, ai metodi di analisi.
In particolare nel testo dal titolo "Selezione di nuovi lieviti
per l'enologia" il prof. Zambonelli descrive alcuni ceppi
di lieviti di recente selezione e in possesso di caratteristiche
interessanti dal punto di vista enologico: i ceppi criotolleranti
e i ceppi autolisogeni. Il prof. Amati nel testo dal titolo "Il
ruolo degli enzimi nella elaborazione di vini di qualità"
fa una breve descrizione dei principali enzimi di importanza enologica.
Presenta inoltre un ampio quadro degli studi di applicazione industriale
nell'ambito dell'evoluzione tecnologica dell'enologia emiliano
romagnola. Si tratta della descrizione delle innovazioni che negli
ultimi anni hanno interessato i diversi aspetti della tecnologia
per l'ottenimento di vini bianchi, rossi, rosati, spumanti, MCR
e bevande dealcolate. Tra i molti altri contributi inseriti in
questo volume delgli Atti, da segnalare quello del prof. Bertuccioli,
nel quale si compie una descrizione dei principali test sensoriali
utilizzabili in enologia, e quello del prof. Gaeta: "Dinamiche
dei consumi ed intermediazione commerciale: problemi aperti del
settore viti-vinicolo".
AA.VV.
BIOTECNOLOGIE APPLICATE ALL'INDUSTRIA ENOLOGICA
AIVV - Pascal Biotech - AEB, Brescia, s.i.d.
A fianco del volume dell'Accademia Italiana della Vite e del
Vino che raccoglie gli interventi dei ricercatori che sono intervenuti
nelle tornate accademiche del 1995, è opportuno segnalare
il testo comparso a cura della AEB spa di Brescia e in collaborazione
con Pascal Biotech di Parigi che raccoglie gli Atti del seminario
"Biotecnologie applicate all'industria enologica" tenutosi
a Firenze il 7 luglio 1995.
La pubblicazione degli atti di questo seminario completa la stampa
di tutte le attività dell'AIVV per il 1995. Si tratta di
un volume che dimostra come la ricerca applicata sia importante
per il miglioramento qualitativo delle produzioni enologiche,
e come le biotecnologie siano un argomento essenziale per la conoscenza
delle tecniche di vinificazione. Meritoria quindi l'azione di
AEB nella stampa e divulgazione di questi importanti argomenti.
Il volume comprende gli interventi del prof. Annibale Gandini
sulla attualità dell'opera di Louis Pasteur e suoi riflessi
nella microbiologia enologica moderna, l'analisi condotta da Angélique
Gainvors e Christelle Lequart sulla selezione di lieviti enologici
ad attività chiarificante e l'interesse che può
esserci per la selezione di un lievito produttore di enzimi pectolitici,
i lavori di Mario Castino e di Alain Bertrand sugli enzimi in
enologia. Questi lavori riguardano rispettivamente le molteplici
possibilità offerte dall'impiego degli enzimi nella biotecnologia
della vinificazione e la descrizione di una serie di prove di
utilizzazione nei vini di enzimi pectolitici aventi attività
complementari di tipo glucosidasico.
Vengono presentati inoltre i lavori di Paolo Giudici sulla selezione
di lieviti per funzioni enologiche, di Claudio Delfini sull'importanza
dell'ossigenazione dei mosti, dell'età cellulare degli
inoculi e delle caratteristiche genetiche del ceppo di lievito
nella prevenzione dei problemi fermentativi
Di particolare attualità il testo di Michel Feuillat sulla
produzione di macromolecole da parte dei lieviti, sul loro effetto
protettivo nei confronti della stabilità tartarica, e sull'interazione
che hanno con gli aromi.
Almici Caterina; Falcetti Mario;
Zucchi Clara
DESSERT E MEDITAZIONE: LIQUOROSI, DOLCI, PASSITI
Contadi Castaldi, Adro, 1999
La pubblicazione degli atti del seminario "Dessert e meditazione:
liquorosi, dolci, passiti" tenutosi ad Adro (BS) il 26 novembre
1998 è interessante sia per il valore intrinseco degli
interventi che focalizzano l'attenzione su una classe di vini
di difficile analisi, sia per l'iniziativa della cantina Contadi
Castaldi di organizzare un convegno rivolto all'approfondimento
delle conoscenze sui vini passiti e liquorosi.
Gli interventi presentati nel testo hanno un taglio essenzialmente
rivolto al mercato, e cercano di delineare la gamma di questi
vini, dal Sauternes allo Jerez, dal Vin Santo Toscano al Tokay.
Dopo un rapido esame di Alberto Schieppati sul gradimento del
consumatore verso la tipologia dei vini dolci, Giuseppe Meregalli
presenta il passato e i progetti sul futuro di Sauternes e Jerez,
Riccardo Bertocci nella sua analisi di mercato del Vin Santo Toscano
e del Tokay presenta la moderna interpretazione di una lunga tradizione
enologica e Marc Hugel sceglie il Gewurztraminer come esempio
dei vini di sopramaturazione nobile.
Mario Falcetti indica quindi come la Contadi Castaldi abbia operato
per la produzione del Pinodisé, vino liquoroso che rappresenta
l'innovazione italiana nella tradizione secolare della famiglia
di questi prodotti. La presentazione del progetto e le indicazioni
che Falcetti fornisce sulle modalità operative rappresentano
un buon esempio di analisi e studio delle possibilità tecniche
di produzione rivolte al mercato.
Termina il libro l'intervento di Gualtiero Marchesi sui possibili
abbinamenti dei vini dolci, più o meno liquorosi, tradizionalmente
serviti per dessert ma che permettono anche accostamenti più
gagliardi.