di Moreno Soster |
Gli orizzonti socio-economici e le situazioni di mercato, che
costantemente mutano davanti ai nostri occhi, ci muovono a due
possibili comportamenti: cercare di comprendere gli eventi e costruttivamente
realizzare delle prospettive future, oppure accettare di inseguire
i fatti producendo di volta in volta soluzioni contingenti. OICCE
ha fatto fin dall'inizio una scelta di fondo: favorire un migliore
accesso alle conoscenze innovative ma anche recuperare la memoria
e il significato delle ricchezze del nostro patrimonio vitivinicolo
per ripensarle, rielaborarle e quindi riproporle all'attenzione
degli operatori del settore.
In entrambi i casi si tratta di un atteggiamento attivo di ricerca
e di proposta che tende a tratteggiare nuovi scenari possibili
e a fornire concrete opportunità di sviluppo operativo.
Un esempio di questo modo di operare è il fortunato convegno
"I vini e le spezie" organizzato il 16 febbraio scorso
presso la nostra sede, l'Enoteca regionale di Canelli. In questo
caso si recuperava la memoria di prodotti enologici - i vini aromatizzati
- che hanno rappresentato per l'Italia, e il Piemonte in particolare,
una realtà di grandissima importanza. Dopo l'appannamento
degli ultimi decenni, il grande lavoro di recupero culturale e
di rielaborazione tecnica condotto da OICCE su questi prodotti
ha portato alla realizzazione di "prototipi" veramente
interessanti quali l'Ippocrasso e il vermouth Ottocento Liberty
a base Moscato. Il successo di pubblico della manifestazione ha
avvalorato la bontà dell'intuizione ed ha sottolineato
l'interesse che questa proposta ha avuto sul mondo della produzione
e del consumo. A questo punto OICCE ha raggiunto il suo scopo
e passa la mano alle aziende che, sulla base dei propri interessi
e della propria imprenditorialità, potranno tradurre questo
patrimonio di conoscenze in scelte produttive.
Al termine del Convegno si è svolta la cerimonia di premiazione
del Quesito 2000 attinente all'uso delle biotecnologie nella produzione
dei vini bianchi: il vincitore è stato un gruppo di ricerca
dell'Istituto Regionale della Vite e del Vino di Palermo, un ente
regionale che da circa venti anni rappresenta il "motore"
del rinnovamento della viticoltura e dell'enologia siciliana che
ha riscoperto alcuni suoi grandi vitigni - l'Inzolia per i bianchi
e il Nero d'Avola per i rossi e si sta proponendo sulla
ribalta internazionale con valide credenziali. Un premio speciale
è stato assegnato anche ad una giovane ricercatrice piemontese
per uno studio condotto sul Gavi. Pur nell'apparente formalità
del momento, la premiazione e le parole dei vincitori ci hanno
confermato l'importanza di questa iniziativa ben inserita nella
filosofia di OICCE.
Conclusa questa piacevole occasione, è ora di guardare
avanti ai prossimi appuntamenti. Dalla fine di febbraio e per
tutto il periodo primaverile riprendono i corsi di formazione.
E ci auguriamo che alcuni di questi possano essere realizzati
anche in alcune altre Regioni che hanno mostrato interesse per
la nostra iniziativa.
Ma il momento importante della stagione sarà il convegno
del 20 aprile su tappi e tappatura che, come l'anno scorso, sarà
seguito dall'Assemblea dei Soci.
E' un momento importante sia per la valenza tecnica dell'appuntamento
convegnistico che per la prima volta avrà un carattere
internazionale, sia perché molte cose sono state realizzate
dal Consiglio nel corso del 2000 e occorre una verifica con tutta
la base associativa sul cammino compiuto e sulle prospettive future.
Come già fatto in passato è mio dovere invitarvi
tutti ad una seria riflessione sull'attività condotta da
OICCE e a vivere l'assemblea come una fase creativa indispensabile
alla salute ed alla vitalità dell'associazione. Vi aspettiamo
quindi, pieni di idee e di suggerimenti. A presto.