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...incontriamo la "Lady d'Acciaio"
"Sirio Aliberti" è un nome ben noto a livello
internazionale nel settore delle macchine enologiche.
Questa azienda rappresenta una pagina storica nello sviluppo dell'enomeccanica
del bacino industriale di Canelli. All'inizio degli anni 1950
fu una delle prime aziende ad aprire la strada che avrebbe condotto
questa zona del Piemonte a diventare un punto di riferimento essenziale
per la produzione di macchinari enologici.
L'azienda fu fondata nel 1953, a Canelli, da Sirio Aliberti il
quale si cimentò nella produzione delle prime autoclavi.
In questa sua intraprendente impresa venne affiancato molto presto
dalla figlia Elda, che è stata il suo autentico braccio
destro e che ha mantenuto le redini dell'azienda anche dopo la
morte del padre avvenuta nel 1985.
La Sirio Aliberti ha conosciuto negli anni una forte espansione
che l'ha condotta alla realizzazione del nuovo stabilimento di
Cala-mandrana. Questo occupa una superficie di 14.000 metri quadrati
ed ospita moderne ed efficienti linee di lavorazione automatizzate.
Recentemente l'azienda è entrata a far parte del Gruppo
Della Toffola all'interno del quale è responsabile per
la produzione e fornitura dei sistemi di stoccaggio.
La Sirio Aliberti, da sempre sostenitrice di una produzione enomeccanica
di alta qualità, è fra i Soci Fondatori di OICCE.
Incontriamo la signora Elda Aliberti, Amministratore Unico,
per conoscere la realtà dell'azienda che continua a dirigere
con professionalità e con passione.
E' una passione che ha trasmesso anche al figlio Andrea, laureando
in Ingegneria Meccanica, da poco entrato ufficialmente in azienda.
Quali sono i settori verso
i quali è rivolta la vostra produzione?
Il settore principale è
quello enologico, ma i nostri serbatoi sono presenti anche in
altri settori alimentari, come quello oleario, chimico, o nell'industria
farmaceutica.
La nostra produzione maggiore sono le autoclavi, i vinificatori
orizzontali e verticali.
Per i vari settori nominati, la "Sirio Aliberti" produce
su misura serbatoi di vario genere, tutti in acciaio inox AISI
304 e 316, con finitura interna 2B e, a richiesta, con fasce coibentate
per il mantenimento della temperatura e per la refrigerazione,
per i quali la qualità dei materiali e l'alta tecnologia
produttiva garantiscono la sicurezza assoluta.
Per il settore enologico produciamo anche preleva-campioni isobarici,
dosatori in accaio inox collaudati a 8 bar per l'immissione di
chiarificanti in autoclave, e saturatori in acciaio inox.
Con l'entrata del gruppo Della Toffola è aumentato l'organico
ed attualmente siamo in una nuova fase di espansione.
Abbiamo in programma la costruzione di un nuovo capannone e siamo
alla ricerca di personale qualificato per soddisfare le numerose
richieste che provengono dal campo internazionale, oltre che dall'Italia,
anche dalla Spagna, dall'Argentina, dal Cile, dalla Francia.
Quali sono le caratteristiche
che determinano un'autoclave di grande affidabilità?
Noi puntiamo molto sulla qualità ed abbiamo cercato sempre
il meglio a livello di accessori e di sicurezza. Le autoclavi
sono realizzate in acciaio inox AISI 304 316 304 LN
316 LN acciaio al carbonio, tutte dotate di intercapedine
per la circolazione del glicole o, a richiesta, di doppia intercapedine
per il riscaldamento con acqua o vapore.
Quanto dura un'autoclave e
di quale manutenzione ha bisogno?
Quando si facevano in ferro smaltato,
la smaltatura durava in genere una trentina d'anni, poi si poteva
rifare. Invece per quanto riguarda le autoclavi in acciaio si
può dire che siano eterne. Oltre alle operazioni di pulizia,
la manutenzione non richiede particolari interventi, a parte la
sostituzione di qualche accessorio nel corso degli anni, come
il manometro o il termometro.
Voi realizzate autoclavi su
misura. Quali sono le dimensioni della più piccola e della
più grande autoclave prodotta?
La più piccola è della capacità di cinque
ettolitri. Questa tipologia è richiesta in particolare
dalle scuole enologiche. La più grande è di mille
ettolitri, e naturalmente viene commissionata dalle grosse aziende.
DIETRO LE QUINTE
Quale è stato l'impatto
incontrato nell'operare in un settore tipicamente maschile?
Io sono cresciuta in officina.
Quando avevo diciassette anni mio padre mi ha introdotta in azienda
insegnandomi gli aspetti tecnici e pratici dei lavori che vi si
svolgevano. Il mio inserimento è stato una cosa del tutto
naturale. Potendo contare su una formazione specifica e diretta,
ho acquisito una certa esperienza che è stata recepita
positivamente anche dal campo maschile. Così non ho mai
incontrato problemi in merito al confronto quotidiano con un settore
in cui c'erano davvero poche donne.
Quali sono gli hobby che le
piace coltivare?
Una mia passione è stata la musica. Da ragazza avrei dovuto
seguire gli studi al conservatorio, mi piaceva molto suonare il
piano. Ho iniziato i solfeggi a sei anni e ho preso lezioni di
pianoforte fino a vent'anni.
Oggi nei brevi momenti di tempo libero mi piace dedicarmi alla
mia casa, in particolare ho una passione per la cucina. Appena
posso, trascorro ore ai fornelli con grande soddisfazione.
Quali sono le sue preferenze
in fatto di vino?
Premetto che una bottiglia che mi trovo davanti mi suscita subito
curiosità per il vino che contiene, per il nome del produttore,
per la zona da cui proviene, per le caratteristiche dell'etichetta.
Mi fa piacere quando vedo che si tratta di un cliente e se devo
scegliere preferisco questo agli altri.
Più in generale dirò che il vino mi piace e che
avendo sposato un enologo, il vino certo non manca mai in casa.
Per una preferenza in particolare, visto che mi piacciono i frizzanti
direi un Pinot o un Gavi e anche il Lambrusco di Modena. Questo
naturalmente senza trascurare i pregiati rossi del Piemonte.