UNA INTERVISTA A...

ROBINO & GALANDRINO

...un leader fin dalla prima "Vittoria"


Parlare della Robino&Galandrino significa fare riferimento ad un leader internazionale nel settore della chiusura secondaria di tutti i tipi di bottiglie e di prodotti.
In particolare Robino&Galandrino rappresenta un riferimento emblematico per quanto riguarda il mercato mondiale della gabbiettatura e della capsulatura.
La sua presenza in 40 Paesi è consolidata dalla continua capacità di proporre nuove soluzioni tecnologiche, rispondendo con tempestività, con efficacia e con flessibilità alle esigenze dei clienti.
L'offerta di un'ampia gamma di macchine è in grado di soddisfare tutti i ritmi produttivi, dal semiautomatico all'automatico totale, contemplando produzioni da 500 fino a 35.000 bottiglie all'ora. L'azienda produce distributori di capsule (in stagno, alluminio, complex, PVC e PET), rullatrici (per capsule in stagno, alluminio, complex), macchine di termoretrazione (per capsule in PVC e PET), distributori di capsuloni champagne, monoblocchi universali che raggruppano le diverse operazioni, gabbiettatrici, monoblocchi per tappatura e gabbiettatura.
La società è nata nel 1964, a Canelli, terra particolarmente caratterizzata dalla produzione di spumanti. I fondatori sono stati i cognati Giuseppe Robino e Agostino Galandrino. Dopo un lungo periodo di gestione famigliare, nel 2000 la ditta è stata acquisita dalla Guala Pack, del Gruppo Guala di Alessandria.
OICCE Times ha incontrato due uomini di punta dell'azienda, Piergiorgio Robino e Fabrizio Panza, per avere informazioni dirette sull'evoluzione, sugli obbiettivi e sui progetti della celebre ditta canellese.

Quali sono stati gli esordi della Robino&Galandrino?
I primi passi e gli indirizzi intrapresi sono sicuramente collegati al fatto di trovarci in una zona spumantiera. Negli anni 1960 mancava nella linea di imbottigliamento una macchina che in automatico posizionasse e chiudesse le gabbiette. C'era solo qualche macchina semiautomatica tedesca che faceva questo tipo di lavoro ed il mercato mostrava l'esigenza di poter contare su un sistema più efficace. Così ci dedicammo a studiare e a progettare dei modelli funzionali di gabbiettatrici.
Uscimmo quindi con la nostra prima macchina che venne chiamata ottimisticamente Vittoria. Fu veramente una vittoria perché si dimostrò subito molto interessante non solo per il prezzo molto competitivo rispetto a quanto offerto dal mercato francese o tedesco, ma soprattutto per la tecnologia innovativa che presentava.
Dopo la gabbiettatura, come naturale continuazione della linea di imbottigliamento, cominciammo a studiare un più funzionale sistema di chiusura dei capsuloni. Uscimmo allora con la macchina tipo Zenith, portatrice di una nuova tecnologia. Permetteva infatti di risolvere il problema della distribuzione e della chiusura delle capsule con il sistema a calotte in gomma. Essendo le calotte più flessibili rispetto ai sistemi esistenti di chiusura delle capsule, anche su colli deformati riuscivano a seguire meglio il profilo del collo della bottiglia con un risultato estetico molto interessante, una usura inferiore rispetto ai sistemi meccanici in uso e con il pregio di garantire una costanza di lavoro maggiore rispetto ai sistemi in uso.
Tutto questo ci permise di uscire dal mercato locale e di cominciare a fornire un po' tutto il mondo. Dopo aver fatto gabbiettatrici e capsulatrici per spumanti, era naturale continuare nella capsulatura per i vini tranquilli.
Un'altra tappa storica nata dalla nostra progettazione fu l'unione della tecnologia di chiusura e della tecnologia elettronica abbinate ai motori passo-passo. Questo ci consentì di prendere una fetta di mercato importantissima e di affermarci con le capsulatrici nel mondo dei vini più prestigioso, il mondo dello Champagne e di tutta la categoria degli spumanti di pregio che richiedevano una confezione adeguata al prezzo di vendita.

Secondo quali principi la Robino&Galandrino si è imposta sul mercato internazionale?
La filosofia di tutta la nostra storia aziendale è il continuo confronto con le esigenze del mercato, cercando anche di prevenirle. Pur appoggiandosi magari a macchine o tecnologie esistenti, la Robino&Galandrino non è mai uscita se non con un prodotto completamente diverso, più efficiente rispetto a quanto già esisteva.
Si è puntato sempre sull'innovazione, sulla creazione di qualcosa che si distinguesse profondamente da quello che era offerto dal mercato. Mettendo in pratica questi principi, possiamo dire di avere fatto storia sulle gabbiettatrici, sulle capsulatrici da spumante, sui distributori. Oggi speriamo di caratterizzarci come precursori anche in merito alle teste rullatrici.

 

 

Cosa vi ha indotti all'ideazione di una nuova testa rullante?
A motivare le nostre ricerche sono state ancora una volta delle particolari condizioni che si sono verificate nel nostro settore.
All'inizio degli anni 1990 sono state bandite dal mercato le capsule in piombo. A queste sono subentrate delle nuove tipologie: da un lato le capsule in stagno a costi molto elevati, e dall'altro le capsule in alluminio e polilaminato. Queste ultime hanno un prezzo più moderato, ma richiedono maggiore attenzione durante la lavorazione rispetto allo stagno perché sono costituite da materiali molto meno malleabili e più rigidi. Così abbiamo studiato e brevettato un nuovo tipo di teste rullatrici. In questo modo abbiamo rivoluzionato la rullatura delle capsule in alluminio e in polilaminato, garantendo rese orarie molto simili a quelle che si ottenevano con le capsule in stagno e piombo, mantenendo invariati gli standard qualitativi e consentendo una finitura della capsula migliore rispetto alle teste tradizionali.

Per chi avete realizzato la capsulatrice riconosciuta come la più veloce del mondo?
Per l'azienda californiana Sutter Home. Questa capsulatrice ha una potenzialità di 35.000 bottiglie all'ora.

Quali parametri tenete particolarmente presenti nella progettazione di una macchina?
Affidabilità, durata, semplicità d'uso, ergonomia, qualità dell'ambiente di lavoro, estetica e offerta della migliore tecnologia al prezzo più vantaggioso.

Quali sono le caratteristiche dei vostri mercati e della vostra clientela?
La nostra rete commerciale è sviluppata in tutta Italia, ma soprattutto all'estero. Siamo presenti su tutti i mercati a vocazione vinicola, in particolare in Francia, dove utilizzano le nostre macchine tutti i grandi nomi dello Champagne come Taittinger, Piper-Heidsieck, Veuve Clicquot, Bollinger, Moët&Chandon, ma anche in Spagna con Freixenet e Codorniu, in USA con Gallo, in Australia con Orlando Wines, in Germania, nei Paesi dell'Est, in Sud America, in Nuova Zelanda. Siamo fieri di avere clienti di grande prestigio, ma bisogna tenere presente che il prestigio della tecnologia della linea non è solo legato al prestigio dell'etichetta.
Ci sono infatti linee che producono bottiglie a costi inferiori rispetto ai grandi marchi, ma per i loro volumi di produzione esigono una tecnologia di primissimo ordine, che garantisca le rese e la produttività, evitando perdite di tempo, problemi di cambio formato, sfridi e imperfezioni.

DIETRO LE QUINTE...

Avete preferenze specifiche in fatto di vini?
È difficile oggi indicare una preferenza per un vino in particolare. L'enologia ha fatto grandi progressi e ci sono moltissime tipologie di vini italiani e stranieri che meritano di essere scelti.

I vostri hobby hanno sfumature enologiche?
Sì, in particolare mi piace fare viaggi in terre a vocazione vinicola, dove si incontrano ambienti caratteristici, vini molto interessanti e ottime espressioni di gastronomia. A questo proposito seguo con piacere e con curiosità la rubrica il Mappavino di OICCE Times (Fabrizio Panza).
Nel tempo libero amo approfondire le mie conoscenze sul vino e partecipare a corsi e degustazioni, anche se finito il lavoro, mi dedico il più possibile al mestiere di papà (Piergior-gio Robino).