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Facoltà di Agraria dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza |
L'Istituto di Enologia e Ingegneria Alimentare al quale è
dedicata la nostra intervista, fa parte della Facoltà di
Agraria dell'Università Cattolica di Piacenza. È
nato nel 1975 come Istituto di Enologia, guidato allora e per
molti anni dal professor Osvaldo Colagrande. La sua creazione,
appoggiata da diverse industrie enologiche, è connessa
all'esigenza di collaborazione ed avvicinamento fra il settore
enologico e quello della ricerca scientifica ad esso riferita.
L'attività dell'Istituto permette da un lato di studiare
in modo specifico ed approfondito i fenomeni che avvengono nell'uva,
nel mosto e nel vino e dall'altro conduce alla formazione di persone
specializzate, in grado di operare nell'ambito enologico con particolari
competenze.
La Direzione dell'Istituto è oggi affidata al professor
Dante Marco De Faveri, le docenti, ben note nel mondo della ricerca
enologica, sono la professoressa Valeria Mazzoleni e la professoressa
Angela Silva. La dottoressa Maria Daria Fumi svolge l'incarico
di ricercatore.
Incontriamo il professor De Faveri, affinchè ci illustri
le caratteristiche e gli obiettivi dell'Istituto che dirige.
Quali sono le principali linee di
ricerca dell'Istituto di Enologia da Lei diretto?
L'attività dell'Istituto è indirizzata su diverse
linee di ricerca, ognuna delle quali è suddivisa in più
parti.
Sostanzialmente le linee principali possono essere individuate
nei settori dell'enologia, dei processi dell'industria alimentare,
dei materiali, del packaging e in ambito ambientale.
Nel settore enologico la ricerca ha come obiettivi una migliore
conoscenza della materia prima, dei meccanismi biochimici della
trasformazione dell'uva in vino, passando anche attraverso l'innovazione
di processo e l'ottimizzazione dei procedimenti classici.
In particolare ci si occupa del trattamento delle uve, dei mosti
e dei vini, mediante lo studio delle relazioni tra differenti
tecniche di macerazione e composizione del vino con particolare
attenzione ai composti del colore; dell'influenza delle modalità
e dei livelli di aerazione in fase di macerazione sulla stabilità
di colore dei vini rossi; dello sviluppo di tecniche di vinificazione
atte a preservare o esaltare l'espressione varietale delle uve
nell'ottica di conservare il legame tra vino e territorio; dell'influenza
dell'origine e della stagionatura del legno sui caratteri chimici
e sensoriali dei vini.
Inoltre vengono studiati i processi fermentativi, ponendo l'attenzione
sullo studio del metabolismo di lieviti liberi ed immobilizzati
durante la fermentazione e la maturazione dei vini spumanti e
sull'influenza di alcuni parametri sul processo della fermentazione
malolattica e della loro relazione con i caratteri chimico-sensoriali
dei vini.
Anche l'aspetto del controllo qualità e sicurezza alimentare
nel consumo di vino è oggetto di attenzione ed attualmente
il tema è centrato sulla sperimentazione di interventi
biotecnologici per la riduzione di residui di ocratossina A nel
vino. La linea di ricerca fa parte del progetto europeo "Risk
assessment and integrated ochratoxin A (OTA) management in grape
and wine".
Vengono, inoltre, condotte ricerche nell'ambito dei processi alimentari,
con particolare riferimento all'industria degli amidi e dolciaria
in genere, oltre che in studi che si basano su tecniche della
calorimetria differenziale, idonee a valutare il comportamento
termico dei prodotti ed a sviluppare correttamente i processi
termici.
Nel settore ambientale vengono sviluppate ricerche nell'ambito
del trattamento di reflui inquinanti, sia liquidi che gassosi,
mediante depurazione biologica. Nel primo caso viene studiata
prevalentemente la depurazione di acque di scarico di cantine
e di industrie enologiche. Nel secondo caso, viene attuata la
tecnica della biofiltrazione per il trattamento di reflui gassosi
contenenti sostanze organiche, spesso maleodoranti.
Infine, nel settore dei materiali e del packaging vengono studiati
i materiali che possono essere messi a contatto con i prodotti
alimentari, tra i quali il vino.
In particolare sono in corso ricerche specifiche sui tappi, sia
naturali che tecnici e sintetici, e su vernici e pitture per locali
destinati a contenere alimenti.
Quando e perché all'Istituto
di Enologia è stata aggiunta la denominazione "Ingegneria
Alimentare?
L'Istituto inizia la propria attività nel 1975, come Istituto
di Enologia. La sua nascita avviene con la collaborazione di industrie
e complessi enologici, che avvertono la necessità di supporti
scientifico-tecnici sempre più qualificati, in grado di
garantire una produzione di vini di pregio che conservino il più
possibile caratteristiche naturali.
In quest'ottica, l'Istituto di Enologia contribuisce all'evoluzione
della tecnica verso sistemi di lavorazione sempre più razionali
ed economici, che tengano conto anche dell'evolversi dei gusti
del consumatore.
Dal 1998, oltre a mantenere la propria attività in ambito
enologico, l'Istituto svolge ricerche nel più ampio settore
alimentare e pertanto muta la propria denominazione in quella
attuale.
In tale ambito, l'Istituto rivolge particolare attenzione al settore
produttivo con approccio tipico dell'ingegneria di processo, la
quale comprende lo studio e lo sviluppo di realtà industriali
caratterizzate da una trasformazione di materie prime in prodotti
finiti.
L'ingegneria alimentare, infatti, presiede lo studio dei sistemi,
costituiti da impianti e processi, destinati alla conservazione
e alla produzione di alimenti di prima e seconda trasformazione,
oltre che di ingredienti.
Quali sono gli insegnamenti attivati
presso il Vostro Istituto?
All'Istituto fanno capo numerosi insegnamenti tipici dei Corsi
di Laurea in Scienze e Tecnologie Alimentari ed Agraria:
· Industrie agrarie
· Impianti dell' Industria Alimentare
· Ingegneria Alimentare
· Processi tecnologia alimentare. Modulo Enologia
· Tecnologie del condizionamento e della distribuzione
dei prodotti agroalimentari
· Biotecnologie alimentari Modulo Impianti biochimici
Oltre a quelli tipici del Corso di Laurea in Viticoltura ed Enologia:
· Tecnologia enologica I II - III
· Impianti industria enologica
· Enologia
· Controllo qualità I (analisi chimica) II
(analisi microbiologica) III (analisi sensoriale)
· Microbiologia enologica
Quanti studenti si sono laureati presso
il vostro Istituto dalla sua fondazione e quali opportunità
di lavoro hanno trovato?
Gli studenti che hanno condotto la tesi di laurea in Istituto
sono circa 150, con un forte incremento in questi ultimi anni.
Le opportunità di lavoro sono sempre piuttosto interessanti
e molti laureati occupano oggi posizioni di livello elevato.
Quali sono state le tappe più
importanti che hanno caratterizzato la vita dell'Istituto di Enologia
dell'Università di Piacenza?
Certamente il 1975, anno della costituzione dell'Istituto a seguito
dell'istituzione del Comitato Tecnico che ha dato avvio alla collaborazione
con enti regionali e provinciali, cantine, industrie produttrici
di attrezzature enologiche.
Quindi il 1998 con il cambio di denominazione da Istituto di Enologia
a Istituto di Enologia e Ingegneria Alimentare.
Altre tappe importanti sono state l'attivazione del Master Professionale
in Enologia e l'organizzazione periodica di convegni a carattere
internazionale in collaborazione con la Camera di Commercio di
Pavia e con Aziende del settore.
Da quando è attivo il Corso
di Perfezionamento-Master in Enologia, come si articola e quali
sono i suoi obiettivi?
Il 1° corso di Perfezionamento-Master in Enologia è
stato istituito nell'anno accademico 1984/85.
Il Corso è a cadenza annuale e si articola in un quadrimestre
di lezioni teoriche seguito da uno stage in Aziende e dall'elaborazione
della tesi finale.
È indirizzato particolarmente a laureati e diplomati universitari
già inseriti o che intendono inserirsi nel settore dell'enologia
e si propone di migliorare e integrare le cognizioni enologiche
già acquisite.
L'obiettivo principale è quello di contribuire a creare
una fascia di tecnici interlocutori tra la ricerca di base (la
cui sede naturale è l'Università) e l'enologia pratica
sia a livello sperimentale sia a livello applicativo.
Quali insegnamenti di base sono attivati
nell'ambito del Master in Enologia?
Le materie di insegnamento sono le seguenti:
· nozioni di viticoltura
· chimica enologica
· chimica analitica
· microbiologia enologica
· tecnologia enologica
· operazioni unitarie
· macchine e impianti
· analisi sensoriale
· sistemi qualità, HACCP, sicurezza
· economia e marketing dell'azienda vinicola
· statistica e informatica
· legislazione vinicola nella Comunità Europea
Secondo quali modalità si è
ammessi a frequentare il Master?
I posti disponibili sono 15.
Possono essere ammessi coloro i quali abbiano conseguito il diploma
di laurea in Scienze e Tecnologie agrarie, Scienze e Tecnologie
alimentari, Scienze biologiche, Chimica, Chimica e Tecnologia
farmaceutiche, Farmacia, Ingegneria chimica, Economia e Commercio
e il Diploma Universitario in Viticoltura ed Enologia. Costituiscono
altresì titolo per l'ammissione anche altri diplomi di
laurea e diplomi universitari, purché con un piano di studi
che, a parere del Consiglio del Corso, risulti in linea con le
finalità del Corso stesso.
L'ammissione al Corso è subordinata a un giudizio di idoneità
emesso dal Consiglio del Corso, per il quale costituiscono titolo:
il voto di laurea o di diploma, la tesi di laurea o di diploma,
le pubblicazioni scientifiche effettuate dal candidato, oltre
che eventuali esperienze professionali.
Come si sono collocati nel settore
enologico coloro che hanno conseguito il Master?
Il numero di partecipanti al Master Professionale in Enologia
sono, ad oggi, circa 220 e oltre l'80% è occupato in aziende
vinicole, enti regionali e statali, libera professione, industrie
produttrici di macchine e attrezzature enologiche, industrie di
liquori e bevande a base vino, acetifici. Molti occupano posizioni
di rilievo.
DIETRO LE QUINTE...
Come le piace trascorrere il tempo
libero dagli impegni accademici?
Quando posso mi rifugio in montagna, in tutte le stagioni. Mi
piace camminare, anche su percorsi impegnativi, e sciare. Amo
il silenzio. Come tutti, comunque mi rilasso con qualche buona
lettura e qualche film.
Quale vino beve più frequentemente
e qual è il suo "vino della festa"?
Non ho una risposta precisa. Più frequentemente, forse,
del buon Barbera e del Sangiovese, che possono essere anche i
"vini della festa". Nei bianchi apprezzo molto i vini
tipici come il Gavi.
Che consiglio sintetico darebbe a chi progetta di seguire gli
studi enologici?
Il consiglio vale per ogni settore: nella vita è opportuno,
spesso purtroppo non è possibile, seguire le proprie aspirazioni.
Per seguire gli studi enologici, forse, ancora di più occorre
essere motivati e convinti della scelta. E poi tanta applicazione.
Il mondo enologico è affascinante e, certamente, saprà
ripagare dei sacrifici fatti nello studio.