funzionale e versatile tecnologia per l'imbottigliamento |
I mercati sui quali è presente, oltre all'Italia, si
situano in tutto il mondo: dalla Germania, alla Svizzera, alla
Francia, dove FIMER conta ad esempio fra i suoi clienti lo stabilimento
Campari, oltre a numerosi e prestigiosi "châteaux".
Ha poi realizzato impianti di imbottigliamento a Cuba per l'Havana
Club della Pernod-Ricard, in Messico per la Tequila El Charro,
in Inghilterra per gli stabilimenti del Gruppo Bacardi-Martini,
ma anche in Russia, Austria, Spagna, Portogallo. Negli ultimi
anni ha fornito diverse linee complete in Cina.
Per ripercorrere la storia e l'importante evoluzione della ditta,
OICCE Times ha incontrato Bruno Mogliotti, proprietario e anima
della FIMER, con le figlie Mariella e Manuela entrambe attive
in azienda, e Rosanna Pagliarino, da tanti anni supporto prezioso
al management aziendale.
Da dove è partita la
FIMER per arrivare all'attuale importante affermazione?
Gli inizi furono quelli di una piccola officina di riparazioni
e conto lavorazione, ma già dopo pochi mesi di attività
ci orientammo verso un nuovo indirizzo: la costruzione di riempitrici.
La nostra prima macchina di questo tipo venne presentata al SIMEI
del 1971 e già nel 1972 la portammo alla fiera dell'Imballaggio
di Parigi, dove ottenne importanti successi. Fummo molto incoraggiati
e così fin da allora si aprirono per la FIMER le porte
del mercato estero.
Quando è nata la vostra specializzazione nella costruzione
di monoblocchi?
I primi monoblocchi ci furono commissionati dalla Germania nel
1978. In quel momento per la nostra azienda era quasi una scommessa.
Alla fine di quello stesso anno presentammo il nostro primo tipo
che arrivava solo alla cadenza di 3.000 bottiglie all'ora. La
produzione di monoblocchi con macchine più grandi iniziò
a tutti gli effetti nel 1979.
Quali sono i vantaggi dei monoblocchi FIMER?
Compattezza di ingombro, sincronismo di azione tra le varie parti
meccaniche i cui movimenti derivano da un unico motore, flessibilità
nella realizzazione a seconda delle esigenze del cliente, economicità
nei costi di manutenzione e di consumo. L'ottimale equilibrio
costi-benefici è collegato anche alla polifunzionalità.
Infatti i monoblocchi FIMER sono macchinari che in un unico impianto
produttivo svolgono non solo le tradizionali operazioni di riempimento,
ma anche le fasi preliminari di sciacquatura e deareazione, oltre
alle operazioni di tappatura. Questo risulta vantaggioso se raffrontato
a soluzioni con macchine separate.
Per identificare le stazioni funzionali integrate nel monoblocco,
FIMER si serve di diverse sigle composte dalle lettere S, (stazione
di Sciacquatura), D (stazione di Deaerazione), R (stazione di
Riempimento), T (stazione di Tappatura). Questo chiarisce subito
ad esempio che il monoblocco SRT è composto da una stazione
di Sciacquatura, una stazione di Riempimento ed una di Tappatura.
Siamo molto esigenti nella scelta dei materiali. I nostri monoblocchi
sono costruiti in acciaio inossidabile AISI304, accoppiato ad
altre leghe di acciaio. Le parti a contatto con i prodotti sono
in materiali plastici alimentari autolubrificanti, garantiti di
lunga durata, idonei a facilitare la pulizia, la sterilizzazione,
la manutenzione.
I vantaggi sono presenti anche nel servizio post-vendita, con
cui garantiamo competenza e rapidità di intervento.
Quali sono i tipi di riempitrice da voi forniti?
Offriamo tutte le diverse soluzioni: quelle a caduta e leggera
depressione, indicate per i prodotti non gassati e non viscosi;
quelle ad alto vuoto, impiegate per i liquidi viscosi; quelle
volumetriche che, a prescindere dalla viscosità del liquido
da imbottigliare, assicurano la presenza di un'esatta quantità
di prodotto nel contenitore, con una tolleranza massima di più
o meno 1,5 cc su contenitori da litro; infine le isobariche che
servono per trattare liquidi gassati, ma possono essere utilizzate
senza problemi anche per i prodotti definiti "fermi".
A quali esigenze rispondono le vostre torrette tappatrici?
Sono adatte ai tipi di tappatura più diffusi, dal tappo
in sughero "raso collo", al tappo a fungo e a T o a
chiusure a pressione in plastica, alla chiusura a vite in alluminio,
all'applicazione dei tappi a corona in metallo, alle chiusure
a vite prefilettate in plastica. Abbiamo anche una versione girevole
sughero/vite alluminio, adatta per produzioni fino a 2500 bottiglie
all'ora, che con poche e semplici operazioni, consente di passare
da un tipo di tappatura all'altro.
A quali settori produttivi
vi rivolgete?
L'ottanta per cento della nostra produzione è richiesta
dal settore del vino, ma operiamo anche nel settore dei liquori,
della birra, delle acque minerali, dell'aceto, dei succhi di frutta
e di altri prodotti alimentari.
Qual è l'ultima novità proposta dalla tecnologia
FIMER?
L'ultima nostra creazione è un impianto completamente automatizzato
per l'imbottigliamento dei vini fermi. Ha una produzione oraria
di 20.000 bottiglie ed è in grado di effettuare operazioni
completamente automatizzate di sciacquatura, riempimento e tappatura,
indifferentemente in sughero o a vite.
Quali sono altre vostre "specialità"?
FIMER fornisce macchine "su misura", rispondenti alle
più diverse esigenze logistiche. Realizziamo impianti integrabili
in vari tipi di ambienti, comprese cantine storiche e palazzi
antichi. Inoltre produciamo macchine speciali che possono essere
trasportate su ruote e trasformarsi in stazioni viaggianti per
eseguire, là dove si vogliono collocare, le operazioni
di sciacquatura, riempimento e tappatura.
Continua anche la vostra progettazione di linee complete
di imbottigliamento?
Certamente. Le linee complete da noi studiate, progettate e proposte
rappresentano per l'utilizzatore finale la comodità di
avere un unico interlocutore per l'intero impianto e una garanzia
di alta professionalità. Per la loro realizzazione collaboriamo
con le più affermate ditte dell'enomeccanica canellese.
Dietro le quinte...
Dicono che Bruno Mogliotti sia piuttosto temibile quando
alza la voce. È vero? E se sì, cosa la fa più
arrabbiare?
Anche se ho dei collaboratori molto validi ed efficienti, mi succede
di irritarmi. Non ammetto le dimenticanze, le sbadataggini e le
imprecisioni, la mancanza di chiarezza.
Quali sono gli hobbies della famiglia Mogliotti?
Io (Bruno Mogliotti) amo moltissimo il calcio. Avevo prima una
mia squadra ed attualmente sono vicepresidente del Canelli, oggi
primo in classifica nella sua categoria.
Mariella e Manuela per ora non hanno tempo per gli hobbies perché
sono impegnate a mettere su casa, infatti nel 2003 si sposeranno
tutte e due; anche dopo il "sì", rimarranno naturalmente
in azienda. Mariella continuerà ad occuparsi degli aspetti
amministrativi e finanziari, Manuela sarà impegnata nel
marketing e nelle pubbliche relazioni.
Quali sono i vostri vini preferiti?
Barbera e Moscato, poi naturalmente i grandi rossi piemontesi
come Barolo e Barbaresco, per Bruno Mogliotti.
Mariella e Manuela prediligono i vini dolci come il Moscato e
il Brachetto.
Rosanna Pagliarino ama il Barbera, il Moscato e l'Arneis, ma anche
il Nebbiolo e ricorda una piccola vigna di suo padre che produceva
una esigua quantità di "bottiglie speciali" di
Nebbiolo.
Queste davano una carica di benessere e di energia davvero unica!