CORSI, CONVEGNI E INCONTRI
Successo
dei corsi OICCE 2003:
approfondimenti tecnici, scientifici e legali nel settore vinicolo
Lo scorso 27 maggio si è conclusa la serie dei corsi
OICCE 2003, una opportunità interessante per approfondire
argomenti molto utili oggi in cantina
L'inaugurazione dei corsi di quest'anno era avvenuta in marzo,
con l'intervento di Angelo Di Giacomo, dell'Ispettorato Centrale
Repressione Frodi del Ministero delle Politiche Agricole, che
ha parlato delle novità sulla legislazione enologica. Sempre
in marzo, il dr. Pierstefano Berta (OICCE) e il dr. Guido Parodi
(Laffort) hanno trattato della stabilità tartarica e delle
mannoproteine. In aprile, il dr. Giuseppe Versini (Ist. Agrario
San Michele all'Adige) ha svolto una lezione su "Gli aromi
dei vini dal vigneto alla cantina". Ancora in aprile, il
dr. Mario Castino (Scuola di Specializzazione in Scienze Viticole
ed Enologiche,Torino) ha illustrato la copigmentazione e il suo
significato per l'evoluzione del colore dei vini rossi.
È stato intenso anche il programma di maggio che ha visto
il dr. Mario Ubigli (Ist. Sperimentale per l'Enologia, Asti) presentare
metodologie e tecniche della degustazione. La prof.ssa Angela
Silva (Ist. Enologia e Ingegneria Alimentare Università
di Piacenza) e la dr.ssa Silvia Guidoni (Facoltà di Agraria
di Torino) hanno invece trattato di maturità dell'uva in
rapporto alla qualità dei vini. La conclusione dei corsi
è stata affidata al prof. Mario Bertuccioli, (Università
di Firenze) che ha portato un'ampia testimonanza sui risultati
ottenuti in Toscana con la macerazione prefermentativa a freddo.
Per il programma dei corsi 2004, i soci OICCE saranno consultati
per la scelta degli argomenti da trattare.
Convegno OICCE
in Toscana:
Le tecnologie innovative in Enologia
Ogni anno in occasione della riunione dell'Assemblea Generale
dei Soci, OICCE organizza un incontro di grande respiro su importanti
tematiche enologiche.
Lo scorso 4 aprile l'associazione ha organizzato in Toscana il
convegno internazionale dedicato alle "Tecnologie innovative
in Enologia". L'incontro si è tenuto nella storica
zona del Chianti Classico, a Castellina in Chianti, ed è
stato ospitato presso la foresteria di "Villa Cerna",
azienda di proprietà della famiglia Cecchi. Hanno contribuito
alla realizzazione del convegno Air Liquide Italia Service, Avesta
Polarit e Laffort Oenologie. Molti operatori del settore, provenienti
da tante regioni italiane, hanno partecipato al convegno per confrontarsi
con gli studi e le applicazioni delle nuove tecniche enologiche
che stanno entrando nelle cantine. Il mondo dell'enologia è
infatti in continua evoluzione ed è stato interessante
poter verificare i risultati ottenuti dalle più recenti
applicazioni sulla macerazione prefermentativa a freddo, i nuovi
coadiuvanti per la stabilità dei vini, le mannoproteine,
gli aspetti pratici dell'uso dell'argon, il ruolo della tostatura
delle barriques nella qualità dei vini, le opportunità
di impiego dell'acciaio inossidabile.
In apertura della mattinata, Andrea Cecchi, in rappresentanza
della storica azienda di famiglia, ha accolto i convenuti. Sono
seguiti i saluti di Moreno Soster (presidente dell'OICCE), di
Alessandra Gemmiti (ARSIA) e del senatore Riccardo Margheriti,
presidente del Comitato delle DOC.
I lavori del convegno sono stati introdotti dal cav. Ezio Rivella
(presidente UIV) che in sintesi ha ripercorso le principali tappe
innovative che hanno caratterizzato l'enologia italiana degli
ultimi decenni. In particolare ha ricordato la "rivoluzione
del legno" iniziata una ventina di anni fa e collegata alle
nuove tendenze del gusto dei consumatori. In questi anni, ha detto,
si è fatta sempre più evidente l'esigenza di vini
di qualità. Le molte innovazioni che si sono attuate e
che si stanno sperimentando, devono avere l'obbiettivo di produrre
una qualità sempre migliore. È necessario che la
viticoltura e l'enologia italiana siano competitive con realtà
che si stanno imponendo. Per noi è importante produrre
poco, bene e a costi compatibili. Tutto il vino deve essere buono
e rispondere a criteri di qualità, anche nelle tipologie
della fascia più economica. "Bisogna sempre ricordare
- ha detto Rivella - che il vino di qualità è innanzitutto
quello che dopo il primo sorso ti seduce e ti invoglia a berne
ancora."
Dopo l'introduzione, Mario Castino (Scuola di Specializzazione
in Viticoltura ed Enologia - Univ. di Torino) ha aperto i lavori
e ha svolto il ruolo di moderatore.
Nel primo intervento di Daniel Juteau (Laffort Oenologie) si è
parlato delle proprietà enologiche delle mannoproteine
estratte dai lieviti.
Questi costituenti della parete cellulare dei lieviti infatti
possono avere molteplici attività nella stabilizzazione
e nella ottimizzazione delle proprietà sensoriali di un
vino. Jouteau ha presentato le più recenti ricerche svolte
in collaborazione con il gruppo del prof. Dubourdieu della Facoltà
di Enologia dell'Università di Bordeaux. Qui negli ultimi
anni sono stati messi a punto diversi metodi di ottenimento di
preparati a base di mannoproteine. Ora questi sono allo studio
per verificarne l'utilizzo pratico in cantina. Sono stati riscontrati
effetti positivi sulla stabilità proteica, sulle caratteristiche
degli aromi del vino, sulla stabilità tartarica, sul colore,
sull'andamento della fermentazione malolattica. Questi sono almeno
i principali aspetti di questa importante classe di coadiuvanti
che si sono aggiunti recentemente agli elementi a disposizione
dei tecnici per migliorare la qualità del vino.
Un'altra importante innovazione in Enologia riguarda la criomacerazione.
Il prof. Mario Bertuccioli (Univ. di Firenze) ha portato i risultati
di tre anni di sperimentazione volti a studiare l'impiego dell'anidride
carbonica liquida nella vinificazione del Sangiovese. Le analisi
condotte sia in laboratorio che in cantina hanno evidenziato benefici
e interessanti effetti sul colore e sui profumi del vino. Negli
anni più recenti si sono messi a punto dei metodi che permettono
di prolungare la fase prefermentativa per i vini rossi. Tra questi
diversi sistemi l'utilizzo di anidride carbonica liquida è
ormai assunto in diverse regioni come importante metodologia di
riferimento.
L'uso del legno è un altro tema di grande attualità
per la nostra enologia. La prof. Angela Silva (Univ. Cattolica
di Piacenza) ha presentato in anteprima i risultati di una sperimentazione
condotta sul ruolo dell'origine e della stagionatura del legno
delle barriques nella maturazione dei vini rossi. Sono state testate
barriques francesi e americane, realizzate con legno a diversi
livelli di stagionatura. Utilizzando metodi analitici e statistici
e correlandoli con l'analisi sensoriale, è stato possibile
mettere in evidenza come le diverse stagionature e la diversa
origine del legno portino a risultati sensoriali marcatamente
diversi.
Il dott. Carlo Montessori (Avesta Polarit Italia) ha quindi parlato
di acciaio inossidabile. È vero che da molti anni l'acciaio
inox è patrimonio comune dell'enologia, però è
vero anche che questo materiale, già ben conosciuto, può
riservare delle novità. Così è ad esempio
per i nuovi metodi di finitura della superficie interna dei serbatoi
di acciaio. In particolare la finitura di tipo BA applicata all'enologia,
permette di ottenere dei serbatoi con una superficie interna più
liscia, quindi più facilmente lavabile. Questo si traduce
in vantaggi immediati quali un minor consumo di acqua, di detersivo
e un minor impatto ambientale.
Considerazioni nuove e interessanti sull'impiego dell'Argon in
enologia, sono state poi riportate dal dott. Antonio Vercellesi
(Air Liquide Italia Service). Negli ultimi anni alcune cantine
francesi ed australiane hanno iniziato ad utilizzare l'argon invece
dell'azoto per l'inertizzazione dei vasi vinari. Nel convegno
dell'OICCE, per la prima volta in Italia sono stati presentati
i metodi di lavoro e i risultati delle prime sperimentazioni effettuate.
In Australia si usano dei sistemi di dissoluzione del gas inseriti
nel basso del serbatoio; in Francia si preferisono delle tecniche
che portano il gas nello spazio vuoto dell'alto della vasca. L'Argon,
essendo più pesante dell'azoto, permette una maggior protezione
dall'ossidazione; inoltre le ricerche più avanzate hanno
mostrato che l'Argon gioca anche un ruolo di inattivatore degli
enzimi ossidativi. Sarà interessante vedere tra qualche
anno come si svilupperà questa nuova tecnologia in Italia.
Infine il dott. Pierstefano Berta (Direttore OICCE) ha presentato
i risultati di diversi anni di sperimentazione rivolti alla misura
della stabilità tartarica dei vini e in particolare al
meccanismo di azione di alcuni additivi. Tra i molti elementi
che sono stati messi in evidenza si è dimostrato come le
preparazioni di acido metatartarico e di carbossimetilcellulosa
operino sulla base di un meccanismo di inibizione della crescita
dei cristalli di bitartrato di potassio, mentre le preparazioni
analizzate a base di mannoproteine operano come complessanti.
I metodi di misura della stabilità tartarica, oggettivi
e ripetibili, costituiscono un sistema certo per garantire la
stabilità dei vini ed inoltre permettono di determinare
l'eventuale presenza di inibitori della cristallizazione.
Al termine del convegno le numerose domande che sono state rivolte
ai relatori hanno dimostrato il grande interesse per i temi presentati.
Le relazioni della giornata sono pubblicate a partire da questo
numero di OICCE Times.
OICCE e Canellitaly 2003
Canellitaly è una rassegna
annuale che invita a riconoscere Canelli come punto di riferimento
mondiale nel settore dell'enomeccanica. Nel bacino industriale
canellese sono infatti operative una cinquantina di aziende per
un fatturato complessivo di oltre 300 milioni di euro.
La produzione è molto varia e tocca tutti i più
importanti gli aspetti della meccanica enologica. Autoclavi, nastri
trasportatori, sciacquatrici, riempitrici, sistemi di tappatura
e chiusura, capsulatrici, gabbiettatrici, etichettatrici, macchine
per l'imballaggio partono da Canelli per arrivare in tutta Italia
e per raggiungere tutti i principali Paesi a vocazione enologica.
Nell'ambito di "Canellitaly" che si è svolta
quest'anno dal 15 al 17 maggio, sono state organizzate iniziative
per dare visibilità a questo aspetto fondamentale della
realtà economica del Sud Piemonte.
Giovedì 15 maggio, all'apertura ufficiale delle attività,
presso la Sala Consigliare di Palazzo Anfossi, è stata
conferita la cittadinanza onoraria canellese al Cav. Ezio Rivella,
Presidente UIV, per i suoi considerevoli contributi apportati
al settore enologico.
Molte delegazioni straniere insieme a giornalisti italiani ed
internazionali hanno partecipato a convegni, visite guidate alle
aziende enomeccaniche, alle cantine storiche e ai piccoli produttori
di vino di qualità.
Le delegazioni ufficiali per il 2003 provenivano da Francia, Germania,
Svizzera, Portogallo, Bulgaria, Russia, Lituania, Moldavia, Ukraina,
Bielorussia, USA, Cile, Argentina, Nuova Zelanda, Australia, Giappone,
tutti paesi con i quali si sono intensificati i rapporti commerciali
o verso i quali esistono possibilià di crescita dell'export.
OICCE è stata incaricata di organizzare la parte convegnistica
di Canellitaly 2003, in particolare la tavola rotonda sull'imbottigliamento,
l'incontro con TIAM-Ipack Ima, la parte tecnica dell'incontro
sulla cooperazione.
Enomeccanici e imbottigliatori a confronto
Un momento importante di Canellitaly
2003 è stata la tavola rotonda organizzata da OICCE su:
"Scelte tecniche nel progetto e l'acquisto di una nuova linea
di imbottigliamento - L'esperienza degli utilizzatori e dei costruttori
di macchine". Si è trattato di un dialogo fra alcuni
significativi esponenti dell'enomeccanica ed alcuni importanti
utilizzatori di macchine enologiche.
Hanno partecipato Nicola Baldassarri (Gruppo Italiano Vini), Giorgio
Ballocchi (Campari), Alberto Canino (Tosti-Giovanni Bosca), Cristiano
Careglio (Arol), Luca Carosso (Alplast), Roberto Coppo (F.lli
Coppo), Danilo Drocco (Fontanafredda), Giuseppe Gai (Gai spa),
Piero Lupotto (Martini&Rossi), Mauro Maggiorotti (Fimer),
Ronni Massetti (Enos), Ivano Mondo (Mondo & Scaglione), Fabrizio
Panza (Robino & Galandrino), Renato Savio (Cavagnino &
Gatti), Moderatore è stato Pierstefano Berta (F.lli Ramazzotti
- Direttore OICCE).
Sono state appositamente affiancate ditte imbottigliatrici dalle
realtà produttive quantitativamente molto diverse. Questa
scelta è stata fatta per dimostrare che esistono esigenze
comuni fra chi produce piccoli o grandi numeri.
I punti essenziali della tavola rotonda hanno toccato le problematiche
relative ai macchinari che compongono le linee di imbottigliamento.
Poiché il mercato richiede personalizzazioni sempre più
spinte e tempi di evasione ordini sempre più brevi, si
è discusso in prima istanza dell'esigenza di agevolare
il più possibile il cambio formato. L'elettronica, l'informatica
e l'automazione stanno fornendo in merito delle buone risposte.
Si sono poi toccati altri temi fondamentali come la manutenzione
programmata e preventiva, l'adattabilità delle linee alle
confezioni speciali, gli avvii di linea in caso di produzioni
scaglionate nel tempo, la scelta delle macchine in funzione della
tipologia del prodotto.
È stata soprattutto rilevata l'esigenza di flessibilità
operativa delle macchine e l'opportunità che già
allo stadio della progettazione sia preso in considerazione tutto
il possibile per prevedere eventuali future modifiche.
Uno scambio approfondito di informazioni tra il costruttore e
l'utilizzatore permette di costruire una macchina che non sia
sovradimensionata rispetto alle esigenze effettive del cliente,
ma allo stesso tempo che presenti una buona flessibilità
per eventuali nuove confezioni future.
È emersa evidente non solo l'esigenza della comunicazione
fra produttore di macchine enologiche e cliente, ma anche l'opportunità
di un dialogo fra chi produce i diversi componenti per la linea
di imbottigliamento. Spesso infatti, ogni produttore considera
la propria macchina nella sua singolarità, invece di progettarla
in modo che risulti perfettamente funzionale alle altre. Anche
per questa ragione è stata avanzata l'idea di un protocollo
normalizzato con parametri comuni condivisi da tutti i produttori
in modo che la linea costituisca un sistema omogeneo, coordinato
al massimo, flessibile e facile da far funzionare.
Partendo da queste premesse, è stata rivolta ad OICCE la
proposta di formare un gruppo di lavoro, destinato a studiare
la possibilità di stendere un protocollo comune, ottimale
ed economico. Questo gruppo sarà aperto alla partecipazione
di tutte le aziende interessate.
La cooperazione: dal sociale al mercato
Il 16 maggio, al teatro Balbo di Canelli, con la coordinazione
di OICCE, nell'ambito di Canellitaly, si è svolto un incontro
di grande interesse che ha analizzato le scelte tecniche ed organizzative
delle cantine sociali per rispondere alle esigenze del mercato.
Sono intervenuti qualificati tecnici di cantine sociali di diverse
dimensioni e diversa collocazione geografica, note per aver saputo
raggiungere importanti risultati sul piano dell'immagine e della
qualità dei loro prodotti.
Hanno parlato delle loro esperienze Paolo Pronzato (Cantina Sociale
di Ricaldone - AL) su "Zonazione e certificazione: dal vigneto
al consumatore"; Andrea Faustini (CAVIT, Trento) su "Valorizzazione
del territorio viticolo trentino attraverso l'esperienza del progetto
Il Maso di Cavit"; Gianni Testa (Produttori di Barbaresco,
Barbaresco - CN) su "Quarant'anni di scelte tecniche e organizzative
a favore della qualità del prodotto"; Andrea Costa
(La Crotta di Vegneron, Chambave - AO) su "Nuove tecniche
per una viticoltura eroica: la produzione del Moscato passito
di Chambave"; Umberto Pichler (Gruppo Mezzacorona, Mezzocorona
- TN) su "La sperimentazione viticolo-enologica come elemento
strategico per il successo: il caso Mezzacorona"; Giordano
Zinzani (CAVIRO, Faenza - RA) su "Valorizzazione della produzione
e collocazione dei vini delle Cantine Sociali: l'esempio CAVIRO".
I lavori sono stati introdotti dal prof. Vincenzo Gerbi (Di.Va.P.R.A.
- Facoltà di Agraria - Università degli Studi di
Torino) con un intervento su "Sperimentazione e ricerca nelle
Cantine Sociali piemontesi".
È stata forte la presenza istituzionale che ha visto la
partecipazione e gli interventi di Mario Sacco (Presidente Confcooperative
Piemonte), Tommaso Mario Abrate (Presidente Federagroalimentare
Piemonte), Giuseppe Battistuzzi (Federagroalimentare Confcooperative),
Giovenale Gerbaudo (Presidente Nazionale Federagroalimentare Confcooperative).
Questi hanno ricordato come attraverso le cantine sociali italiane
passino ben 25 milioni di ettolitri di vino, pari al 55% della
produzione nazionale media degli ultimi anni. Hanno inoltre rilevato
i progressi qualitativi e il miglioramento dei sistemi di marketing
operati dalle cantine cooperative. Si è inoltre sottolineato
che nel prossimo futuro la nuova sfida sarà il confronto
con l'allargamento dell'Unione Europea, con le ripercussioni dei
negoziati della World Trade Organization e la riforma della PAC.
Giugno 2004, TIAM:
nuove prospettive per l'enologia del Sud
Venerdì 16 maggio all'Enoteca Regionale di Canelli si
è tenuto l'incontro "TIAM: una finestra sulle nuove
prospettive del mercato del Sud".
Ai protagonisti della realtà enomeccanica canellese è
stata presentata TIAM 2004, fiera delle tecnologie dell'industria
agroalimentare mediterranea, con particolare riferimento alle
linee vino, pasta, olio.
La fiera si svolgerà a Bari, Fiera del Levante dal 4 al
7 giugno 2004. La Linea Vino è l'area tematica in cui saranno
presentate macchine, tecnologie e prodotti relativi alla produzione
di uve e vini di qualità.
Il dr. Guido Corbella, Amministratore Delegato di Ipack Ima (Milano),
la società organizzatrice di TIAM, ha illustrato questa
iniziativa insieme al dr. Pierstefano Berta, Direttore di OICCE.
Entrambi hanno rilevato come questa fiera possa rivestire un grande
interesse per il Centro-Sud Italia, un'area in cui la viticoltura
e l'enologia stanno conoscendo una notevole crescita qualitativa
e di immagine.
Teoria e pratica degli enzimi
Il 9 maggio scorso OICCE in collaborazione
con Laffort Oenologie e L'Enotecnica di Nizza, ha realizzato un
interessante incontro internazionale dedicato all'uso degli enzimi
in enologia.
L'incontro si è svolto ad Asti, presso l'Hasta Hotel in
Località Val Benedetta.
Si è parlato delle caratteristiche degli enzimi utilizzati
in cantina, con particolare riferimento al loro comportamento
nella vinificazione e nella liberazione degli aromi varietali.
Sono stati presentati e messi a confronto i risultati di applicazioni
realizzate in Italia e in Francia.
Ne hanno parlato gli esponenti delle università di Torino,
Piacenza e Pisa che hanno effettuato interessanti lavori in questo
campo: Mario Castino (Univ. Torino), Maria Daria Fumi (Univ. Piacenza),
Angela Zinnai (Univ. Pisa), Luca Rolle (Univ. Torino).
È stato inoltre molto interessante ascoltare gli interventi
di importanti enologi come Andrea Morra (F. Giordano spa), Paolo
Bussi (Capetta spa), Giovanni Chiarle (Cantina di Nizza M.to)
che nelle cantine in cui operano hanno maturato specifiche esperienze
sull'impiego di enzimi nella vinificazione in bianco, nella lavorazione
in continuo del Moscato, nella vinificazione in rosso.
Bertrand Garrigues (Novozymes Oenologie - Bordeaux), Daniel Juteau
e Guido Parodi (Laffort - Italia) hanno illustrato l'impiego di
preparati enzimatici nella filtrazione e nell'affinamento.
Alcune di queste relazioni saranno pubblicate sui prossimi numeri
di OICCE Times.