EDITORIALE
di Giusi Mainardi

Dalle antiche civiltà al cyberspazio

Il vino ha avuto fino ad oggi un futuro di cinquemila anni. Il tempo passato e il sostantivo "futuro" vanno molto d'accordo in questo caso perché da ormai ben 5000 anni, cioè da quando è cominciata la sua storia, il vino ha cominciato a guardare davanti a sé e a vivere il suo futuro.
Percorrendo una strada molto lunga, non sempre facile, il vino è partito dalle più antiche civiltà ed è arrivato fino al 2000. È così diventato partecipe di questo XXI secolo che, anche solo negli anni 1950, sembrava un traguardo temporale quasi irreale, inafferrabile, irrangiungibile.
Certo il vino non ha mai camminato da solo. Il vino è sempre andato avanti insieme all'uomo e ne ha condiviso tanti percorsi. Questa millenaria bevanda vive costantemente un confronto con il mondo di cui fa parte; ne condivide gli aspetti sociali, filosofici, economici, scientifici.
Procedendo in compagnia dell'uomo, il vino si è continuamente rinnovato seguendo il sorgere di nuove conoscenze.
Se per la sua lunga storia il vino ha in sé una forte carica di tradizione, è nello stesso tempo un figlio dell'innovazione, di nuove conoscenze, di nuove tecniche, di nuovi uomini.
Uno dei fenomeni che caratterizzano il nostro tempo, è senza dubbio l'affermazione dell'informatica. Può sembrare difficile il rapporto fra una bevanda millenaria e una forma di tecnologia tanto moderna che fa subito pensare ad astratti e complicati sistemi di elaborazione. Ma la premessa spiega che il settore enologico non può restarne fuori. L'informatica come realtà caratterizzante della nostra epoca coinvolge anche il vino. Per quali aspetti, in quale modo, con quali mezzi, in che misura questo avviene, sono tutti interrogativi di grande attualità ai quali si stanno dando le prime significative risposte.
Di qui nasce il Dossier di OICCE Times dedicato alle applicazioni dell'informatica in enologia. È un campo d'azione molto ampio che vede investita la ricerca, la produzione, il mercato, la comunicazione del vino.
Quando si vedono isolati certi aspetti delle applicazioni informatiche al settore enologico, se ne ha una percezione un po' ridotta, ma quando ci si trova di fronte ad un quadro globale c'è da rimanere stupefatti.
Si tratta di una vasta interazione che passa attraverso le funzioni dei PLC nella gestione del processo produttivo, i controlli sulla linea di imbottigliamento, il controllo della qualità dei prodotti, i sistemi di visione artificiale, le reti neurali artificiali, il trasferimento elettronico delle informazioni, le possibilità dell'assistenza a distanza, i rivoluzionari dispositivi per l'identificazione automatica di una etichetta, le tecnologie per la tracciabilità della filiera enologica, la possibilità di una gestione automatica dalla produzione alla logistica, la gestione computerizzata dei registri, l'automazione integrata di dogana e accise, le opportunità offerte dall'e-commerce, la creazione di banche dati, l'elaborazione di siti Internet e di pagine telematiche per comunicare il vino in modo immediato anche a lunghissima distanza.
È evidente: l'accostamento fra vino e informatica è tutt'altro che trascurabile. È dunque importante prendere conoscenza dei vari aspetti di questa connessione per poterne valutare l'utilità e i vantaggi.
Dopo aver percorso i fiumi antichi e aver varcato le alte montagne e i vasti oceani, il vino si lancia nel ciberspazio, prendendo confidenza con i chip di silicio e i megabyte.