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di Moreno Soster |
L'ampiezza del fenomeno, ed il suo grado di penetrazione in
tutte le attività della nostra società, ci consentono
di toccare con mano quella che è definita come la rivoluzione
informatica.
Se poco più di vent'anni fa il linguaggio macchina e le
soluzioni impiantistiche dei calcolatori erano argomenti da ricercatori
specialisti, oggigiorno si rischia di passare per analfabeti se
non si conoscono le configurazioni dell'ultimo personal computer
commercializzato o le sofisticate soluzioni del web-master provetto.
Sicuramente l'informatica è oggi uno dei settori con le
maggiori potenzialità evolutive sia in termini concettuali
e culturali sia in termini economici. Al tempo stesso mi pare
che questa spinta evolutiva stia subendo un rallentamento. Le
cause possono essere molte: obsolescenza esasperata, limiti infrastrutturali,
necessità di ampie compatibilità tra sistemi, ma
anche politiche di mercato non sempre trasparenti e coerenti con
le attese dell'utenza.
Ciò nonostante, l'introduzione delle tecnologie informatiche
nelle diverse realtà economiche continua ad essere un evento
molto stimolante e lo è ancora di più quando si
porta l'informatica fuori dagli uffici e dai laboratori per inserirla
nei vigneti e nelle cantine. Se nei primi le applicazioni si sono
sviluppate a livello di ottimizzazione delle operazioni colturali
e della distribuzione dei prodotti, ma valide applicazioni si
hanno nel controllo della qualità della produzione, in
cantina si aprono spazi di sviluppo molto ampi.
Certamente molte innovazioni informatiche sono ormai inglobate
nelle attrezzature e nelle macchine enologiche attualmente disponibili
sul mercato, ma raramente questo avviene in una visione di insieme
o di sistema. Spesso le soluzioni adottate risentono maggiormente
delle scelte effettuate dall'industria di costruzione piuttosto
che emergere dalle effettive necessità dell'imprenditore
enologico. Ma una linea di lavorazione é composta da macchine
diverse che quindi faticano, e a volte non riescono proprio, a
"colloquiare" tra loro.
E qui torniamo alla evidente necessità di far circolare
le conoscenze cui OICCE sta cercando ormai da anni di rispondere
nell'ambito delle proprie iniziative tecniche e divulgative attraverso
un percorso consolidato: contattare i diversi soggetti protagonisti
dei segmenti del settore enologico per favorire la loro conoscenza
reciproca, aiutare ad evidenziare le problematiche di comunicazione,
favorire la creazione di gruppi di lavoro interdisciplinari per
giungere alla proposta di soluzioni complesse.
Pertanto è evidente il nostro interesse nell'agire costruttivamente
anche nell'ambito delle applicazioni informatiche in campo enologico.
E questo interesse è particolarmente orientato ad una informatizzazione
del sistema cantina, cioè a favorire il colloquio tra produttori
di macchine diverse e le società di servizi informatici
affinché possano, insieme, ragionare su soluzioni integrate
a supporto delle intere linee enologiche di lavorazione e confezionamento.
Un impegno di per sé molto interessante ed impegnativo,
che lo è ancora di più se rivolto ad applicazioni
destinate a cantine di medio-piccole dimensioni.
Teniamo presente che ormai anche realtà di alcune migliaia
di bottiglie, che hanno ormai un proprio mercato consolidato,
puntano a livelli qualitativi del prodotto, di organizzazione
del lavoro e di economicità analoghi a quelli delle imprese
maggiori.
Con questo spirito abbiamo volentieri accolto l'invito a produrre
questo numero monografico che vuole suggerire una riflessione
comune sulle possibili interazioni tra informatica ed enologia,
ma anche essere uno stimolo per tutti ad operare sempre di più
e meglio in forma interdisciplinare.