EDITORIALE
di Giusi Mainardi

L'architettura del vino

L’architettura delle cantine è stata a lungo considerata un ambito operativo settoriale, senza che le venissero riconosciuti altri rimandi o pretese oltre alla produzione del vino. Le strutture delle cantine sono invece molto interessanti perché sono espressione significativa di un contesto sociale, storico e territoriale.
Molti importanti canoni tecnici determinano le caratteristiche delle cantine. Fra questi sono da considerare il tipo di produzione e i macchinari da impiegare per la vinificazione. Nelle strutture dedicate alla produzione di vino hanno però una influenza diretta anche altri elementi come la posizione geografica, le tradizioni stilistiche, le mode architettoniche proprie dei diversi periodi e dei diversi Paesi. Molte cantine al primo sguardo identificano un’epoca, una nazione, una zona di produzione, una tipologia di prodotto.
Così il mondo del vino attraverso le strutture delle cantine esprime i suoi concetti e le sue esigenze.
Se ad esempio fino a qualche decina di anni fà i requisiti principali per la realizzazione della struttura di una cantina erano funzionalità e basso costo di progettazione e di costruzione, negli ultimi anni l’architettura del vino ha dovuto rispondere a nuovi criteri che l’hanno portata a trasformazioni profonde. Una nuova visione del vino ha stabilito nuove funzioni per le strutture di produzione.
La cantina si arricchisce di altri valori rispetto a quelli più puramente funzionali.
Diventa importante strumento di comunicazione di una azienda, diventa parte integrante della sua immagine.
Così vengono create delle specifiche architetture che dipendono dalle filosofie aziendali, dalle dimensioni delle cantine, dalle loro possibilità economiche, dal messaggio che vogliono trasmettere.
Ci sono aziende che in questi ultimi anni hanno deciso di investire capitali importanti rivolgendosi ad architetti prestigiosi. I grandi nomi dell’architettura contemporanea sono entrati nel mondo del vino.
Le loro creazioni hanno i caratteri più diversi, ma pure nelle interpretazioni più moderne delle strutture enologiche, sia dal punto di vista delle forme sia dei materiali, continuano dichiaratamente a rapportarsi con gli antichi simboli del vino e i suoi profondi valori sociali e culturali.
Al di là degli apprezzamenti personali per le diverse scelte architettoniche, si deve comunque constatare che la struttura di una cantina, qualunque essa sia, esprime sempre una visione, un’idea, un programma per il vino che viene prodotto al suo interno.L’architettura delle cantine è stata a lungo considerata un ambito operativo settoriale, senza che le venissero riconosciuti altri rimandi o pretese oltre alla produzione del vino. Le strutture delle cantine sono invece molto interessanti perché sono espressione significativa di un contesto sociale, storico e territoriale.
Molti importanti canoni tecnici determinano le caratteristiche delle cantine. Fra questi sono da considerare il tipo di produzione e i macchinari da impiegare per la vinificazione. Nelle strutture dedicate alla produzione di vino hanno però una influenza diretta anche altri elementi come la posizione geografica, le tradizioni stilistiche, le mode architettoniche proprie dei diversi periodi e dei diversi Paesi. Molte cantine al primo sguardo identificano un’epoca, una nazione, una zona di produzione, una tipologia di prodotto.
Così il mondo del vino attraverso le strutture delle cantine esprime i suoi concetti e le sue esigenze.
Se ad esempio fino a qualche decina di anni fà i requisiti principali per la realizzazione della struttura di una cantina erano funzionalità e basso costo di progettazione e di costruzione, negli ultimi anni l’architettura del vino ha dovuto rispondere a nuovi criteri che l’hanno portata a trasformazioni profonde. Una nuova visione del vino ha stabilito nuove funzioni per le strutture di produzione.
La cantina si arricchisce di altri valori rispetto a quelli più puramente funzionali.
Diventa importante strumento di comunicazione di una azienda, diventa parte integrante della sua immagine.
Così vengono create delle specifiche architetture che dipendono dalle filosofie aziendali, dalle dimensioni delle cantine, dalle loro possibilità economiche, dal messaggio che vogliono trasmettere.
Ci sono aziende che in questi ultimi anni hanno deciso di investire capitali importanti rivolgendosi ad architetti prestigiosi. I grandi nomi dell’architettura contemporanea sono entrati nel mondo del vino.
Le loro creazioni hanno i caratteri più diversi, ma pure nelle interpretazioni più moderne delle strutture enologiche, sia dal punto di vista delle forme sia dei materiali, continuano dichiaratamente a rapportarsi con gli antichi simboli del vino e i suoi profondi valori sociali e culturali.
Al di là degli apprezzamenti personali per le diverse scelte architettoniche, si deve comunque constatare che la struttura di una cantina, qualunque essa sia, esprime sempre una visione, un’idea, un programma per il vino che viene prodotto al suo interno.L’architettura delle cantine è stata a lungo considerata un ambito operativo settoriale, senza che le venissero riconosciuti altri rimandi o pretese oltre alla produzione del vino. Le strutture delle cantine sono invece molto interessanti perché sono espressione significativa di un contesto sociale, storico e territoriale.
Molti importanti canoni tecnici determinano le caratteristiche delle cantine. Fra questi sono da considerare il tipo di produzione e i macchinari da impiegare per la vinificazione. Nelle strutture dedicate alla produzione di vino hanno però una influenza diretta anche altri elementi come la posizione geografica, le tradizioni stilistiche, le mode architettoniche proprie dei diversi periodi e dei diversi Paesi. Molte cantine al primo sguardo identificano un’epoca, una nazione, una zona di produzione, una tipologia di prodotto.
Così il mondo del vino attraverso le strutture delle cantine esprime i suoi concetti e le sue esigenze.
Se ad esempio fino a qualche decina di anni fà i requisiti principali per la realizzazione della struttura di una cantina erano funzionalità e basso costo di progettazione e di costruzione, negli ultimi anni l’architettura del vino ha dovuto rispondere a nuovi criteri che l’hanno portata a trasformazioni profonde. Una nuova visione del vino ha stabilito nuove funzioni per le strutture di produzione.
La cantina si arricchisce di altri valori rispetto a quelli più puramente funzionali.
Diventa importante strumento di comunicazione di una azienda, diventa parte integrante della sua immagine.
Così vengono create delle specifiche architetture che dipendono dalle filosofie aziendali, dalle dimensioni delle cantine, dalle loro possibilità economiche, dal messaggio che vogliono trasmettere.
Ci sono aziende che in questi ultimi anni hanno deciso di investire capitali importanti rivolgendosi ad architetti prestigiosi. I grandi nomi dell’architettura contemporanea sono entrati nel mondo del vino.
Le loro creazioni hanno i caratteri più diversi, ma pure nelle interpretazioni più moderne delle strutture enologiche, sia dal punto di vista delle forme sia dei materiali, continuano dichiaratamente a rapportarsi con gli antichi simboli del vino e i suoi profondi valori sociali e culturali.
Al di là degli apprezzamenti personali per le diverse scelte architettoniche, si deve comunque constatare che la struttura di una cantina, qualunque essa sia, esprime sempre una visione, un’idea, un programma per il vino che viene prodotto al suo interno.L’architettura delle cantine è stata a lungo considerata un ambito operativo settoriale, senza che le venissero riconosciuti altri rimandi o pretese oltre alla produzione del vino. Le strutture delle cantine sono invece molto interessanti perché sono espressione significativa di un contesto sociale, storico e territoriale.
Molti importanti canoni tecnici determinano le caratteristiche delle cantine. Fra questi sono da considerare il tipo di produzione e i macchinari da impiegare per la vinificazione. Nelle strutture dedicate alla produzione di vino hanno però una influenza diretta anche altri elementi come la posizione geografica, le tradizioni stilistiche, le mode architettoniche proprie dei diversi periodi e dei diversi Paesi. Molte cantine al primo sguardo identificano un’epoca, una nazione, una zona di produzione, una tipologia di prodotto.
Così il mondo del vino attraverso le strutture delle cantine esprime i suoi concetti e le sue esigenze.
Se ad esempio fino a qualche decina di anni fà i requisiti principali per la realizzazione della struttura di una cantina erano funzionalità e basso costo di progettazione e di costruzione, negli ultimi anni l’architettura del vino ha dovuto rispondere a nuovi criteri che l’hanno portata a trasformazioni profonde. Una nuova visione del vino ha stabilito nuove funzioni per le strutture di produzione.
La cantina si arricchisce di altri valori rispetto a quelli più puramente funzionali.
Diventa importante strumento di comunicazione di una azienda, diventa parte integrante della sua immagine.
Così vengono create delle specifiche architetture che dipendono dalle filosofie aziendali, dalle dimensioni delle cantine, dalle loro possibilità economiche, dal messaggio che vogliono trasmettere.
Ci sono aziende che in questi ultimi anni hanno deciso di investire capitali importanti rivolgendosi ad architetti prestigiosi. I grandi nomi dell’architettura contemporanea sono entrati nel mondo del vino.
Le loro creazioni hanno i caratteri più diversi, ma pure nelle interpretazioni più moderne delle strutture enologiche, sia dal punto di vista delle forme sia dei materiali, continuano dichiaratamente a rapportarsi con gli antichi simboli del vino e i suoi profondi valori sociali e culturali.
Al di là degli apprezzamenti personali per le diverse scelte architettoniche, si deve comunque constatare che la struttura di una cantina, qualunque essa sia, esprime sempre una visione, un’idea, un programma per il vino che viene prodotto al suo interno.