L'OPINIONE DEL PRESIDENTE
di Moreno Soster

Assemblea Generale
in Franciacorta

 

Per il terzo anno consecutivo l’Assemblea generale dei soci OICCE si terrà fuori dal Piemonte. Dopo la cortese ospitalità del Chianti (nel 2003) e dell’Università Cattolica del Sacro Cuore a Piacenza (nel 2004) quest’anno saremo in Franciacorta, terra di bollicine e di viti-vinicoltura manageriale.
Questo mi pare un segnale forte del secondo periodo di vita dell’Associazione (2002-2004), se consideriamo come periodi di vita gli intervalli di mandato del Consiglio, che aveva ritenuto importante l’apertura dell’esperienza della nostra associazione - che è nata ed ha mosso i primi passi in Piemonte - ad altre aree vitivinicole italiane. Una scelta che si è concretizzata anche nella realizzazione di numerosi incontri tecnici “esterni” tra i quali ricordo le nostre partecipazioni al TIAM di Bari e alla Fiera di Viterbo, oltre alla distribuzione della rivista OICCE Times in occasione del SIMEI di Milano e del Vinitaly di Verona. In questo spirito di apertura dobbiamo considerare anche il viaggio di studio condotto nella zona del Collio friulano e sloveno.
I corsi formativi hanno vissuto nel triennio un rinnovamento con l’introduzione dei workshop. Si tratta di momenti di formazione condivisa, introdotti da alcuni esperti della materia, che poi proseguono con la possibilità per tutti i partecipanti di intervenire con domande, osservazioni, opinioni, in una situazione estremamente aperta e svincolata dalle tradizionali soluzioni formative d’aula.
Analogamente è cambiata la filosofia dei Premi OICCE e Cassa di Risparmio di Bra: partiti dall’idea di premiare i migliori lavori (articoli, pubblicazioni e tesi) su tematiche di tecnica enologica siamo approdati ora ad una visione del tutto nuova, quella di premiare i migliori progetti presentati da giovani ricercatori e svolti presso aziende vitivinicole su argomenti strettamente connessi con l’operatività delle aziende. Un tentativo di rendere più stretto il rapporto tra mondo della ricerca (che produce innovazione) e aziende (che consumano innovazione per mantenere la propria competitività).
OICCE Times si è ulteriormente evoluto e, oltre ai quattro numeri annuali, sono usciti gli speciali monografici su Acciaio in Enologia, Informatica in Enologia e Tappi in Enologia.
Tra il 2002 ed il 2004 siamo inoltre riusciti ad organizzare un “trittico” di convegni dedicati alla storia del vino piemontese tra la metà dell’Ottocento ed il primo Novecento (Il vino all’epoca di Cavour, Il vino da Carlo Alberto a Cavour, Martinotti e lo spumante), che ci hanno consentito di raccogliere i contributi di numerosi specialisti (storici, agronomi, enologi) nella pubblicazione “Il vino piemontese nell’Ottocento” che rappresenta un documento originale e raro nel panorama della bibliografia enologica regionale, in considerazione dell’articolata e approfondita analisi di un periodo storico di particolare importanza per il successo della viticoltura del Piemonte.
Infine un breve accenno anche alle nostre esperienze internazionali: nel febbraio 2003 abbiamo presentato la Barbera d’Asti e la Barbera d’Alba presso la Vlaamse Wjingilde in Belgio, OICCE Times è stato distribuito al Vinitech di Bordeaux, i relatori stranieri ai nostri convegni stanno aumentando, il Consiglio ha già approvato la destinazione del prossimo viaggio di studio nell’area dello Champagne.
Ho voluto così tratteggiare quelle che sono state alcune delle esperienze, tra le tante, che OICCE ha realizzato in questo triennio. Ma già altre novità si profilano all’orizzonte: la proposta di attivare dei settori regionali, cioè gruppi di soci che operano autonomamente con la filosofia OICCE in altre aree vitivinicole italiane, oppure la distribuzione di OICCE Times in abbonamento, per allargare la base di potenziali fruitori delle nostre informazioni ed iniziative.
In Franciacorta, a fine aprile 2005, si chiude questo capitolo e se ne apre uno nuovo.
L’Assemblea dei Soci dovrà individuare e approvare i nuovi componenti del Consiglio che daranno vita e anima all’associazione fino al 2008. Rinnovo sempre l’invito a tutti di mettere a disposizione una parte del proprio tempo per creare qualcosa di nuovo insieme.
OICCE ha bisogno di continuare a svilupparsi e per questo occorrono sempre forze e, soprattutto, idee nuove. Penso che questo sia particolarmente necessario oggi, periodo globale e un po’ caotico, in cui soltanto con una buona dose di creatività e di coraggio abbiamo la possibilità di sostenere l’immagine della viticoltura e dell’enologia italiana.
Un’immagine basata su una storia documentata, su una tecnica avanzata e su un lavoro di squadra che OICCE - nel suo piccolo - contribuisce ad alimentare.