UNA INTERVISTA A...

Mino Taricco
Assessore all’Agricoltura
Regione Piemonte

Lo scorso 15 novembre, OICCE Times ha incontrato Mino Taricco, Assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte, in occasione del tradizionale appuntamento autunnale con “Piemonte Anteprima Vendemmia”, organizzato da Vignaioli Piemontesi e Regione Piemonte.
Mino Taricco è all’inizio del suo mandato di assessore regionale, così gli abbiamo posto alcune domande concernenti i futuri programmi nei confronti dello sviluppo del settore vitivinicolo e qualche sua riflessione sullo stato di questo comparto strategico per l’economia piemontese.

Quale posto ha il vino nei suoi piani di attività di assessore all’agricoltura della Regione Piemonte?
Il vino è uno dei prodotti più importanti per l’intero sistema economico piemontese, basti pensare che da solo rappresenta oltre il 30% del nostro export agroalimentare, con un giro d’affari che sfiora gli 840 milioni di euro.
Gran parte dei nostri vini sono coperti dalla denominazione d’origine (11 DOCG e 45 DOC), un patrimonio unico che rende il Piemonte un’area d’eccellenza a livello mondiale.
Il vino è quindi uno dei prodotti che bisogna continuare a valorizzare e promuovere e sono soddisfatto del lavoro che le 11 Enoteche Regionali, insieme alle Botteghe del Vino e ai Consorzi di Tutela, stanno portando avanti.

Qual è, secondo lei, la migliore forma di promozione del vino piemontese?
Sono convinto che solo con un sapiente gioco di squadra, che coinvolga tutte le strutture destinate alla promozione del patrimonio vitivinicolo piemontese, la nostra produzione potrà continuare a vincere la concorrenza sul mercato nazionale e internazionale. Bisogna muoversi in modo compatto e coordinato per affermare la qualità, l’eccellenza e l’identità con il territorio.

Quale immagine dovrebbe principalmente connotare il vino piemontese?
L’eccellenza e il successo dei nostri vini sono legati profondamente ai luoghi di produzione. La loro immagine è una sintesi completa di territorio, storia, paesaggio e cultura. Le aziende dovranno evidentemente impiegare tutte le possibilità offerte dalle nuove tecnologie, investire nella ricerca e nella sperimentazione, ma all’interno di una grande attenzione nei confronti di ciò che l’esperienza ci ha tramandato per costruire la nostra qualità attuale e l’affidabilità che il consumatore ci riconosce; infatti la tracciabilità del prodotto e la qualità sono le risposte vincenti al mercato che è sempre più competitivo.

In quali punti eccelle particolarmente il mondo del vino piemontese e per quali aspetti può invece essere migliorabile?
Il percorso della valorizzazione dei nostri vini è iniziato con la ricerca della qualità. Negli ultimi quindici anni il panorama della nostra viticoltura è completamente cambiato: siamo diventati competitivi sul piano della ricerca della qualità, sia nelle scelte d’impianto, sia nelle tecniche di vinificazione ed infine nelle scelte promozionali.
Il percorso che dobbiamo continuare a migliorare è quello della valorizzazione dei nostri vitigni autoctoni. Il successo del Barbaresco, del Barolo e di moltissimi altri vini della nostra tradizione dimostrano che, se si opera bene, si possono ottenere grandi risultati qualitativi e commerciali. Il Piemonte è stato all’avanguardia in questo senso con la valorizzazione di tutte le sue produzioni.

Come vive personalmente il piacere del vino?
Cerco di bere bene ed in buona compagnia. È un piacere che va condiviso. Per le scelte devo dire che sono molto curioso, cerco sempre di conoscere le novità, i nuovi produttori, le zone in movimento. E penso che in Piemonte, e in Italia in generale, ci siano grandi produttori animati da grandi passioni e da una continua ricerca della qualità. E sono convinto che il nostro paese sia pieno di gioielli pronti a farsi trovare ed apprezzare.