UNA INTERVISTA A...

Maurizio Odoardi
Consorzio per la Ricerca Viticola
ed Enologica d’Abruzzo

Il Consorzio per la Ricerca Viticola ed Enologica d’Abruzzo, C.Ri.V.E.A., è una società consortile mista pubblico-privata con sede a Miglianico nella provincia di Chieti.
È stato costituito nel 1989 come s.r.l. tra il Comune di Miglianico, l’Ente Regionale di Sviluppo Agricolo e le Università “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara e de L’Aquila. Ha iniziato l’operatività nel 1996 con la realizzazione di una cantina sperimentale per microvinificazioni e con la finalità prevalente di dare completezza ai progetti viticoli di sperimentazione pubblica.
Nel 2004 sono state effettuate alcune modifiche allo statuto; una molto importante è stata quella che ha consentito di diventare soci anche alla Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Teramo, a nove società cooperative e a quattro aziende private abruzzesi.
A Miglianico ha anche sede la cantina sperimentale del C.Ri.V.E.A.
Nel 2005 il Consorzio ha realizzato un proprio vigneto dove sono stati impiantati i 52 vitigni da vino idonei alla coltivazione in Abruzzo. Per comprendere come funziona l’attività del C.Ri.V.E.A. abbiamo intervistato il dottor Maurizio Odoardi, Consigliere di Amministrazione delegato alla direzione.

Dove opera e a quale realtà si rivolge il C.Ri.V.E.A.?
La sua operatività è principalmente rivolta a tutto il territorio regionale, ma è anche possibile una attività a livello nazionale, con funzione principale di supporto di tutta la vitivinicoltura abruzzese. Ovviamente, sono privilegiate le domande di ricerca e sperimentazione presentate dai soci produttori.
In realtà i programmi di attività condotti sono ancora in gran parte quelli di completamento per la parte enologica dei progetti di ricerca e sperimentazione pubblica condotti dall’Agenzia Regionale per i Servizi di Sviluppo Agricolo (ARSSA), socio di maggioranza del Consorzio, in rappresentanza dell’ente Regione.
Per lo svolgimento dei diversi progetti, la componente viticola è rappresentata dai vigneti sperimentali dell’ARSSA e dai vigneti oggetto di studio nell’intero comprensorio viticolo regionale.
Nel 2004 e nel 2005 il C.Ri.V.E.A. ha ospitato i primi tesisti e stagisti di diverse Università. Il C.Ri.V.E.A. intrattiene fecondi rapporti con il Consorzio di Tutela dei vini d’Abruzzo e con i diversi altri soggetti locali del settore, collabora con altre strutture extra-regionali similari e società diverse di produzione di mezzi tecnici per la viticoltura e per l’enologia.

Quali sono i principali campi di attività?
Le funzioni principali del Consorzio sono quelle di svolgere attività di ricerca applicata, scientifica, tecnologica e di sperimentazione anche per conto di enti pubblici e privati, imprese ed operatori privati nonché dei consorziati stessi nel settore vitivinicolo; formare e specializzare il personale e gli operatori del settore; stabilire relazioni con Enti e Organismi pubblici e privati, nazionali ed esteri per favorire lo scambio e la diffusione delle innovazioni; diventare polo culturale di riferimento per organizzare seminari, convegni, tavole rotonde e più in generale eventi sui problemi della vitivinicoltura diffondendo i risultati delle ricerche e costituendo una banca dati.
Altre importanti funzioni del C.Ri.V.E.A. sono quelle di fornire un valido supporto di consulenza e assistenza tecnica agli Enti pubblici e privati, nonché alle imprese e agli operatori del settore ed anche di svolgere attività didattica e formativa in proprio e in collaborazione con istituti scientifici universitari e non specializzati nel settore di competenza.
In questi ultimi anni, l’attività condotta è stata soprattutto di tipo enologico con vinificazioni, analisi chimiche e sensoriali.

Quali sono gli obiettivi principali del Consorzio ?
Il Consorzio ha quale principale obiettivo quello di raccogliere le domande di ricerca applicata e di sperimentazione che giungono dal mondo vitivinicolo regionale e prime fra tutte quelle provenienti dalla base sociale delle imprese vitivinicole. Inoltre, vuole essere di stimolo per lo svolgimento di progetti di ricerca in senso lato e contribuire all’introduzione dell’innovazione tecnologica necessaria alla crescita della qualità dei prodotti enoici abruzzesi. Un altro obiettivo importante è quello di fornire la massima collaborazione ai soggetti pubblici e alle strutture scientifiche dei soci e di altri che ne facciano richiesta.

Cosa è stato già fatto e quali progetti sono in corso di realizzazione?
Dal 1996 al 2001 le attività condotte sono state rivolte principalmente a completare alcuni grandi progetti pubblici dell’ARSSA. Si è trattato in particolare delle vinificazioni e delle analisi dei vini prodotti nei progetti dedicati alla selezione clonale e sanitaria dei vitigni abruzzesi, all’aggiornamento della piattaforma viticola regionale, allo studio della qualità espressa con forme di allevamento integralmente meccanizzabili, a studi di caratterizzazione viticola.
Il lavoro svolto è risultato determinante sia per consentire di ottenere le omologazioni di 11 cloni di sette vitigni abruzzesi, sia per ricevere l’idoneità alla coltivazione nel territorio regionale di una decina di nuovi vitigni da vino. Tali progetti sono tuttora in prosecuzione. Ad essi, sempre per affidamento dell’Agenzia, dal 2000 si aggiunge il monitoraggio della maturazione delle uve dei principali vitigni coltivati, che consente di fornire i valori dei parametri pubblicati settimanalmente dai notiziari dell’ARSSA distribuiti in migliaia di copie.

Quali risultati ha raggiunto il lavoro del Consorzio in merito ai temi più attuali del settore?
Nelle ultime annate, sono stati proposti e attuati direttamente dal Consorzio diversi progetti importanti per il comparto vitivinicolo abruzzese. Uno di questi è la verifica della qualità delle produzioni con interventi di diradamento su Montepulciano, con il quale si dimostra come la gestione oculata del vigneto allevato a pergola, unitamente alla riduzione della produzione nei limiti del disciplinare DOC, riesca ad incrementare la qualità dei vini. Si è poi affrontato il tema della tracciabilità della filiera vitivinicola, conducendo nel 2003-2004 uno studio completo e applicativo con uno specifico software su una decina di vigneti, tracciando così tutte le fasi del processo di produzione, dal vigneto al vino in bottiglia.
Si è poi studiato l’utilizzo dell’ossigeno nelle vinificazioni in rosso, direttamente nella cantina sperimentale ed anche presso alcune cantine dei soci. Dal 2003 sono anche stati avviati studi per verificare la situazione attuale e soprattutto le potenzialità qualitative della purtroppo residua viticoltura montana abruzzese. Un altro campo di attività riguarda la caratterizzazione genetica ed enologica dei principali vitigni abruzzesi.
È un progetto del 2005 e 2006 che consentirà di ottenere importanti conoscenze sulle caratteristiche genetiche dei nostri vitigni utili alle selezioni in corso e sulle loro espressioni enologiche nel territorio abruzzese.
Dal 2005 abbiamo anche in corso di studio la progettazione di nuovi vini bianchi di qualità da vitigni autoctoni, ed infine, di notevole rilevanza, nell’ultimo triennio sono stati organizzati alcuni seminari formativi per tecnici viticoli e dell’enologia.

DIETRO LE QUINTE...

Qual è il suo rapporto personale con il vino?
Lo consumo abitualmente in maniera moderata. Ne apprezzo tutte le diverse tipologie ciascuna per particolari peculiarità, pur preferendo i rossi invecchiati. Ho con il vino anche un particolare rapporto essendo panel leader del panel C.Ri.V.E.A.

C’è un profumo di vino legato a qualche episodio della sua vita?
Ce n’è più di uno, quello più significativo è legato all’infanzia trascorsa in campagna e quindi agli odori di erba fresca tagliata e al vegetale secco del fieno, così come alle more.

Quando ha partecipato alla sua prima vendemmia e come la ricorda?
A circa 10 anni e poi tante tante volte. Le prime esperienze sono impresse nel ricordo fortemente, per i curiosi assaggi delle uve e per i ruoli, per me allora poco comprensibili, dei grandi nel condurre le fasi della vinificazione ed anche per gli odori particolari che si avvertivano durante le fasi del processo.