EDITORIALE
di Giusi Mainardi

Il lusso di una sosta

Che sia una buona estate per tutti!
Chi ha piacere di condividere qualche “pensiero in libertà”, è il benvenuto e ci faremo un po’ di compagnia nelle prossime righe.
Siamo sempre presi in un turbine di cose da fare, concediamoci il piccolo lusso di una sosta, fermandoci un poco per una chiacchierata estiva.
I pensieri andranno veramente in libertà, come nuvole bianche che si inseguono alte in un cielo estivo azzurrissimo.
Vorrei ricordare una frase con cui iniziai un mio articolo ormai molti anni fa. Scrivevo: “La storia è per l’uomo ciò che le radici sono per l’albero. Senza di lei l’uomo dissecca e muore” . Un lettore, persona molto indaffarata, si prese il lusso di una sosta per segnalarmi la sua approvazione. Da allora siamo rimasti in contatto e siamo diventati amici.
È una frase che ho sempre tenuto a mente e nella quale continuo a credere, sebbene consapevole che valanghe di distrazioni e distorsioni spingono a non dare più nessuna importanza alle radici.
Peccato: sono proprio queste a renderci vivi e solidi.
Da questo punto di vista, ha dato ottimi risultati una recente esperienza che mi ha portata a fare rivivere un pezzo di storia enologica piemontese del 1800. In collaborazione con la troupe cinematografica del regista Max Chicco, abbiamo fatto tornare il Conte di Cavour nel suo castello di Grinzane.
Se passate all’enoteca regionale di GrinzaneCavour, lo potrete vedere e potrete capire qual era la sua visione dell’economia viticola e cosa si aspettava dal vino della sua tenuta grinzanese.
Non si è trattato di semplice e affettuoso folklore. È infatti molto utile studiare quello che è avvenuto a Grinzane nel 1800.In quelle vicende si trovano importanti radici per la nuova storia del vino.
Cosa si voleva allora in Piemonte? Quali strade sono state seguite? Su cosa si è puntato?Dove si è avuto successo, dove si è fallito e perché? Cosa possiamo cambiare? Su cosa possiamo lavorare meglio oggi, analizzando quello che è avvenuto? Si discuteva già allora dell’opportunità di privilegiare vitigno o luogo d’origine, di studiare e valorizzare i vitigni, di produrre grandi vini non più soltanto giovani, ma adatti all’invecchiamento,di lavorare bene in cantina, di porre le premesse per inserirsi su mercati ampi, internazionali. Le risposte, le esperienze che vengono da quel passato ci aiutano a lavorare per il presente e a preparare il futuro.
C’è di che riflettere sulla storia enologica ottocentesca, anche nel 2007. Questo numero di OICCE Times dedica più di un intervento ai rapporti fra la storia e il presente del vino.Ricordiamo come la bella isola di Ponza fosse in passato terra di vigneti, quali scelte abbiano portato a ridurre la superficie vitata e, alla luce di questo, cosa si pensa di fare oggi per reinserire nell’ambiente lo storico patrimonio viticolo locale.
Parliamo anche del vino dell’isola di Madeira che ha vissuto una grande storia. Il vino maderense per secoli ha toccato i più alti vertici del successo economico e di immagine.Ma ci si affidò troppo agli splendidi traguardi ottenuti e non si badò a creare
alternative in caso fossero venute a mancare le condizioni per sostenere quella importante riuscita.
E alcune basilari condizioni, come potrete leggere, vennero effettivamente a mancare, facendo crollare l’economia vinicola. Questo però ha fatto scuola e i produttori di vino di Madeira oggi stanno recuperando e vanno alla riscossa.
Troverete anche la storia del vino valtellinese, storia di momenti difficili, ma anche di come si stia riuscendo a trasformare gli svantaggi economici dei declivi montani in fascino, attrattiva,immagine, opportunità per i vini della valle.
Vedrete poi le prove della moderna valorizzazione di un antico vitigno siciliano, il Perricone, un lavoro che è stato sostenuto dal Premio annuale dell’OICCE.
Sollecitazioni molto interessanti vengono poi dalla riflessione di grande attualità, e ancora poco affrontata, sui rapporti fra etica e mercato ma anche dagli articoli sull’applicazione in enologia di una disciplina innovativa come la Consumer science e sull’analisi delle prospettive di ricerca per lo sviluppo della nostra Enologia.
Concediamoci il lusso, ma anche il dovere di una sosta per prenderci il piacere di leggere.