BIBLIOTECA OICCE
Donato Lanati
Con la collaborazione di Dora Marchi
DE VINO. Lezioni di enotecnologia.
Edizioni AEB, Brescia, 2007 - Seconda edizione.
pp. 302, Euro 50
“Regina è la
Natura: compito dell’uomo
è comprenderne
i meccanismi,
senza le facili semplificazioni
e le comode
scorciatoie che banalizzano
la cultura del
vino.”
È il pensiero che
l’Autore esprime nella
presentazione, concentrando
in poche
parole l’obbiettivo perseguito da questo libro.
Qui troviamo in effetti delle chiare indicazioni sulla gestione
dei processi chimici, fisici e biologici che sono alla base
della trasformazione dell’uva in vino e della successiva evoluzione
del vino.
Si parte con la descrizione dei processi che sovrintendono
alla maturazione e che sono di fondamentale inportanza per
determinare la corretta epoca vendemmiale; seguono considerazioni
sulla fermentazione dei mosti, il patrimonio azotato,
l’influenza dell’ossigeno in fermentazione.
Si passa quindi ad una pratica spiegazione degli elementi
essenziali per la vinificazione in bianco, in rosso e dei passiti.
Altre indicazioni riguardano Il ruolo dell’ossigeno nei
suoi rapporti con il vino, la sinergia tra vino e legno nel caso
delle barriques, le cause di odori e sapori anomali del vino e
indispensabili richiami sui principi e gli aspetti tecnici della
degustazione.
La seconda sezione del testo illustra alcuni dei processi
chimici successivi alla fermentazione alcolica, fornendo preziose
indicazioni sulla loro conduzione nelle quotidiane operazioni
di cantina.
Dalla definizione delle caratteristiche dei batteri lattici, si
passa ai meccanismi di trasformazione dell’acido malico in
acido lattico ed alla corretta induzione della fermentazione
malolattica.
Nella parte dedicata al ruolo dell’ossigeno nel vino, si
parla del potenziale di ossidoriduzione, degli strumenti di
misura, della conduzione dei processi di ossidazione attraverso
un consapevole uso dei contenitori e delle attrezzature
di cantina.
Si affronta poi il complesso universo dei polisaccaridi, da
quelli originati nel vigneto a quelli prodotti dai lieviti nel
corso della fermentazione alcolica.
Concludono due capitoli corredati da un “protocollo di
analisi”, di grande utilità: uno è dedicato alla determinazione
della maturità fenolica delle uve attraverso l’analisi sensoriale,
l’altro, a partire dalle proprietà fisico-meccaniche del tappo di
sughero, propone una scheda per il “controllo qualitativo” del
sughero secondo il “Codice Enosis”.
Teoria e pratica si intrecciano efficacemente, dando vita
ad un condensato delle esperienze maturate dagli Autori in
vent’anni di attività nella ricerca applicata all’enologia.
TACUINUM VITINEUM
JOURNAL OF PHILOSOPHY OFWINE
n. 1/2007 June 2007, pp 110
tacuinum@monteolivetodicasa.it
È uscito in giugno il
primo numero di questa
bella rivista dedicata alla
filosofia del vino, che vuole
essere uno spazio di riflessione
per chi vuole conoscere
aspetti importanti e non
scontati del vino.
Non tragga in inganno il
titolo per quanto riguarda la
terra di realizzazione. La
rivista non è stata fondata in
America, né Inghilterra o in
Australia, ma è una produzione
editoriale italiana
legata a Monticello d’Alba nella provincia di Cuneo.
Si inserisce nel progetto denominato “Prototipo Roero”
che ha preso avvio in questa celebre area vitivinicola piemontese
qualche anno fa. A realizzare questo progetto è Gianni
Mollo, titolare di un gruppo industriale che si dedica alla produzione
di marmitte per motociclette.
Dalla metà degli anni 1990 Gianni Mollo sostiene i lavori
di recupero della lunga collina di Monteoliveto di Casà
(Monticello d’Alba) che aveva subito attacchi alla sua stessa
esistenza. È stata bonificata la cava e al suo posto è stato realizzato
un vigneto, sono state restaurate delle costruzioni
agricole, sono stati preparati spazi per altri vigneti e per colture
frutticole tipiche del Roero.
La componente culturale del progetto ha portato ad ideare
questa pubblicazione. Il “Tacuinum” si propone di essere
un piccolo quaderno di pensieri che, attraverso la filosofia,
vuole approfondire la concezione del vino e della degustazione.
Questo primo numero contiene sei interventi di studiosi
internazionali.
Apre Barry C. Smith filosofo del linguaggio, vice direttore
dell’Istituto di Filosofia presso l’Università di Londra, che
tratta del soggetto “Che cosa possiamo assaggiare in un
vino?”, considerando effetti percettivi e discriminazioni sottili
che sviluppano le preferenze soggettive. Roger Scruton,
che insegna filosofia presso le scuole di specializzazione diWashington e Oxford, è scrittore e tiene conferenze e dibattiti,
parla di “Un approccio filosofico al vino”, un intervento che
attraverso riflessioni puntuali e originali, racconta come e
perché il vino non sia solo un eccellente accompagnamento al
cibo, ma un complemento ancora migliore del pensiero.
Di cosa si intenda definire esattamente con la parola “stile”
e che senso possa prendere questa parola quando è riferita al
vino, parla poi Ophelia Deroy, che insegna filosofia della
scienza e epistemologia all’Università di Parigi XII.
Kent Bach, filosofo, professore emerito presso la San
Francisco State University spiega “Perché parlare di vino?”,
del piacere che questa azione può suscitare e che è legata
forse più ad una sensazione intellettuale che a un piacere
strettamente sensoriale.
Infine Noga Arikha, studiosa di psicologia e antropologia
con collaborazioni di docenza presso il Bard Graduate Center
di New York, parla della psicologia del vino, visto come prodotto
culturale, simbolico, oggetto della percezione e oggetto
estetico.
Albino Morando, Simone Lavezzaro, Davide
Morando
VIGNA IN TASCA
Edizioni Vit. En., Calosso (AT), 2007
pp. 208, Euro 15
Dedicato “a tutti quelli
che ritengono non sia superfluo
portare un libro tra i
filari”, questo piccolo volume
che, come specificato
nell’introduzione non è un
manuale e non è un trattato,
contiene una quantità di
dati e di informazioni difficilmente
reperibili tutte
insieme in un unico testo.
Vi sono presentate
tabelle che analizzano caratteristiche
di vitigni, portinnesti
e cloni, per una scelta
ponderata di impianto e
reimpianto. Considerato
inoltre che la prima difesa di una coltura è la diagnosi tempestiva
e corretta, vi si trova poi una ricca galleria fotografica di
fenologia, apparati e sintomatologie della vite. Sono in seguito
riportati interessanti dati sull’evoluzione della viticoltura mondiale
e sulle condizioni pedoclimatiche italiane degli ultimi cinquant’anni.
Si rivelano molto utili per una immediata consultazione, la
presentazione del Registro nazionale delle varietà di vite coltivate
in Italia e un elenco di vitigni autoctoni italiani, suddivisi
nelle varie regioni di appartenenza, non ancora ammessi alla
coltura.
A tutto questo si aggiungono informazioni su concimi e fitofarmaci
in commercio, costi di manodopera e meccanizzazione,
di impianto e gestione del vigneto, statistiche di produzione
mondiale e italiana.
A concludere l’opera un funzionale glossario, una buona
bibliografia tecnica ed una efficace carrellata di testate scientifiche
italiane e di siti internet che trattano di viticoltura.
OLIO E VINO NELL’ALTO MEDIOEVO
Atti della LIV Settimana di Studio del CISAM
Fondazione Centro Italiano di Studi sull’Alto
Medioevo, Spoleto, 2007
Tomi 2, pp. 1442, Euro 180 - www.cisam.org
Olio e vino sono stati i protagonisti della LIV Settimana di
Studio della Fondazione CISAM di Spoleto. Per iniziativa di
questa istituzione culturale,
ogni anno nella cittadina
umbra si riuniscono importanti
specialisti per parlare dei
diversi aspetti caratterizzanti
un periodo storico così intenso
e interessante, come il
Medioevo.
Molto più di due prodotti
della terra: due “indicatori culturali”
come li definisce
Massimo Montanari nella
relazione introduttiva, olio e
vino sono due simboli, due
presenze tanto significative
che bastano da sole a definire i
caratteri portanti della vita di
una civiltà: “Senza l’opera del torchio, l’uva resterebbe uva,
l’oliva oliva. Già non sarebbe poco dal momento che l’uomo stesso
ha piantato quella vigna e quegli olivi. Ricavarne vino e olio
è un ulteriore traguardo, a cui concorrono fatica e inventiva,
lavoro e cultura”.
Vino e olio non furono solo protagonisti di attenzioni produttive,
circuiti di scambio e abitudini alimentari, ma diventarono il
veicolo di un’ideologia che rappresentava la “civilitas”. Dal
mondo greco e romano questa prospettiva materiale e mentale
continua a segnare il ruolo del vino e dell’olio nel Medioevo.
Gli interventi di molti insigni studiosi italiani e di alcuni
specialisti stranieri di Storia Medievale, hanno affrontato
l’analisi del significato di questi due elementi così essenziali
iniziando dalle piante della vite e dell’olivo e parlando dei paesaggi
che queste piante vanno a plasmare, delle tecniche colturali
alle quali vengono sottoposte; si riflette poi sulle caratteristiche
specifiche delle varie aree di coltivazione dal mondo latino
al mondo greco, dalle aree in cui si afferma il Cristianesimo,
al mondo ebraico, a quello mussulmano.
Dall’uva e dalle olive si passa poi al vino e all’olio, considerati
sotto il duplice profilo materiale e simbolico.
Vengono presentate tecniche di produzione, modalità di
trasporto e di commercializzazione, modi di conservazione,
forme di utilizzo e di consumo, per l’alimentazione, la medicina,
la cura del corpo. Immancabilmente vengono poi illustrati i
simboli che tali realtà portano con sé, principalmente nelle pratiche
religiose (la liturgia, il culto dei santi, il trattamento delle
reliquie) e nella prassi politica (l’unzione regia come forma
suprema di sacralizzazione del potere).
Tutto ciò analizzando documenti scritti, materiali archeologici,
rappresentazioni iconografiche: parole, cose, immagini
per ricostruire una storia affascinante, un tassello fondamentale
nel mosaico storico del medioevo e della nostra tradizione
culturale.