Fabrizio Panza Robino & Galandrino: dalla Vittoria al Rekord |
La Robino&Galandrino rappresenta
nel mondo un simbolo dell’alta
tecnologia applicata alle linee di
imbottigliamento.
In particolare rappresenta un
riferimento emblematico per il mercato
mondiale della gabbiettatura e
della capsulatura.
È un eccezionale traguardo raggiunto
in 43 anni di attività: tanti se
si pensa alla continuità dell’impegno
che ci vuole giorno dopo giorno,
pochi se si pensa a quanta innovazione
è stata creata dall’azienda in questi
anni.
Giuseppe Robino e Agostino
Galandrino la fondarono nel 1964, a
Canelli, dove l’industria enologica stava compiendo
grandi passi nella meccanizzazione della produzione,
specialmente degli spumanti.
In quegli anni le linee di imbottigliamento
cominciarono ad avere l’esigenza di una macchina
che in automatico posizionasse e chiudesse le gabbiette.
Venne così studiata e realizzata la prima
macchina di Robino&Galandrino, una gabbiettatrice
che venne chiamata Vittoria.
E una vittoria lo fu davvero, perché suscitò
subito molti consensi.
Dopo la gabbiettatura, come naturale continuazione
della linea di imbottigliamento, si cominciò a
studiare un più funzionale sistema di chiusura dei
capsuloni.
Il risultato fu la realizzazione della macchina
tipo Zenith, portatrice di una nuova tecnologia.
Permetteva infatti di risolvere il problema della
distribuzione e della chiusura delle capsule con il
sistema a calotte in gomma. Essendo le calotte più
flessibili rispetto ai sistemi esistenti di chiusura
delle capsule, anche su colli deformati riuscivano a
seguire meglio il profilo del collo della bottiglia
con un risultato estetico molto interessante, una
usura inferiore rispetto ai sistemi meccanici in uso
e con il pregio di garantire una costanza di lavoro
maggiore rispetto ai sistemi in uso. Da quel
momento l’ambito di azione non fu più soltanto il
mercato locale e nazionale, ma le richieste arrivarono
anche dall’estero. Gli orizzonti si allargarono
sempre di più, fino a coinvolgere
oggi 40 nazioni.
Dopo aver realizzato gabbiettatrici
e capsulatrici per spumanti,
diventò naturale continuare nella
capsulatura per i vini tranquilli.
Un’altra tappa storica dell’evoluzione
aziendale fu l’unione della
tecnologia di chiusura e della tecnologia
elettronica abbinate ai
motori passo-passo.
Questo consentì di creare nuove
capsulatrici che permisero
l’affermazione dell’azienda nel prestigioso
mondo dello Champagne e
di tutta la categoria degli spumanti
di pregio che richiedevano una confezione di alta qualità.
Oggi il 70% delle capsulatrici e gabbiettatrici che si trovano
sul mercato mondiale porta il nome Robino&Galandrino, con
punte di assoluta eccellenza in Champagne con il 95% del mercato
e per il Cava, con il 90%.
Nel 2000 la ditta è stata acquisita dalla Guala Pack, del
Gruppo Guala di Alessandria.
Oggi la gamma dei macchinari in produzione comprende
distributori di capsule in stagno, alluminio,
polilaminato, PVC e PET; macchine rullatrici
per capsule in stagno, alluminio, polilaminato;
macchine termoretrattrici per capsule
in PVC o PET; distributori di capsuloni da
spumante; macchine capsulatrici per capsuloni
da spumante; monoblocchi versatili e
universali che raggruppano su di un unico
basamento tutte le varie operazioni; macchine
gabbiettatrici; monoblocchi
di tappatura e gabbiettatura.
Le velocità di produzione
vanno dalla macchina semiautomatica
alla super-automatica,
da produzioni di 500 bottiglie/
ora, fino a 40.000 bottiglie/
ora.
Le macchine prodotte
sono rivolte soprattutto a vini
tranquilli, spumanti e spirits
con una importante presenza fra i più rinomati
produttori di Cognac e Whisky.
Dopo questa sintesi della storia aziendale,
per sapere a quali progetti si sta attualmente
lavorando e quali sono le più interessanti
novità oggi proposte, OICCE Times ha
incontrato due persone
emblematiche della
R o b i n o & G a l a n d r i n o ,
l’amministratore delegato
Piergiorgio Robino e il direttore
responsabile commerciale,
Fabrizio Panza.
È vero che state per
annunciare la realizzazione
di una soluzione
assolutamente nuova e quali
aspetti delle vostre macchine
riguarda?
Stiamo effettivamente per presentare il risultato di un
importante lavoro innovativo sulle teste rullanti che permetterà
una maggiore facilità di utilizzo e minori costi di gestione per il
cliente finale. Attendiamo a giorni di ottenere il brevetto per il
lancio sul mercato.
Un'altra vostra importante novità riguarda le lavorazioni
con i capsuloni corti. Di cosa si tratta esattamente?
È un sistema che abbiamo studiato in questi ultimi anni per
evitare gli inconvenienti che si incontrano di solito utilizzando
questi tipi di capsule. Infatti i capsuloni corti, che hanno lunghezze
variabili dai 70 mm ai 100 mm, non arrivano ad appoggiare
perfettamente sulla spalla della bottiglia. Mancando questo
appoggio, tendono ad ondeggiare dopo essere stati posizionati
sulla bottiglia. La mancanza di stabilità crea seri problemi
all’omogeneità delle 4 pieghe e nelle successive fasi di posizionamento
della collaretta e dell’etichettaggio.
Inoltre, in caso di capsuloni
personalizzati, che necessitino
di centraggio ottico per
centrare una scritta o un logo,
l’ondeggiamento sulla bottiglia
non consente di mantenere
con costanza le condizioni
necessarie per il lavoro ottimale
delle fotocellule di centraggio.
Per risolvere questi inconvenienti, abbiamo
creato una serie di macchine che adottano
sistemi di riallineamento e fissaggio dei
capsuloni corti prima delle fasi di piegatura e
lisciatura finale. Sono state così realizzate
delle speciali teste meccanico-pneumatiche
che permettono di raddrizzare
il capsulone e poi di fissarlo
sul tappo, in modo tale che
questo si presenti allineato e
fisso alla stazione di piegatura
e di eventuale centraggio ottico.
Questa applicazione si
può adattare su tutti i modelli
di capsulatrici che produciamo,
dalle monotesta per mille
bottiglie/ora alle rotative per
20.000 bottiglie/ora.
Questa nuova soluzione, richiesta solo da
qualche anno dal mercato, ha già riscosso
molto successo in tutto il mondo dove si producono
“bollicine”.
Freixenet ad esempio, che dagli anni
1980 impiega tutte macchine
Robino&Galandrino, ha acquisito per il
“Cordon Negro” un monoblocco di capsulatura
serie Zenith e sulla stessa linea ha posizionato
anche la gabbiettatrice della serie Rekord.
Quali sono le vostre innovazioni per il magazzino capsule?
Per rispondere a sempre più pressanti esigenze di funzionalità
abbiamo realizzato un magazzino multistrato, di capienza
elevata, composto da due box con otto ripiani. È molto pratico
per le operazioni di carico-scarico delle capsule e perché offre
la possibilità di lavorare senza interruzione del ciclo operativo
della macchina. È anche possibile programmare la scelta delloPer rispondere a sempre più pressanti esigenze di funzionalità
abbiamo realizzato un magazzino multistrato, di capienza
elevata, composto da due box con otto ripiani. È molto pratico
per le operazioni di carico-scarico delle capsule e perché offre
la possibilità di lavorare senza interruzione del ciclo operativo
della macchina. È anche possibile programmare la scelta dello
Avete realizzato la capsulatrice più veloce del mondo.
Quali caratteristiche presenta e quale precisione offre?
È stato uno stimolo che ci è venuto dalla Casella Wines, la
grande cantina australiana che produce il marchio
Yellow Tail, con vendite annuali per un valore di
300 milioni di dollari australiani. Questa cantina
ha ampliato i suoi impianti e dal 2005 ha inserito
nella produzione anche una linea di spumanti. Di
qui è nato un primo contatto con
Robino&Galandrino che ha portato alla vendita di
una gabbiettatrice Rekord e di un monoblocco di
distribuzione e capsulatura Zenith.
Trattando volumi di bottiglie da capogiro,
Casella Wines si è rivolta ancora alla nostra azienda
per commissionare
una capsulatrice
ad altissima
velocità. È quindi
per loro che abbiamo
studiato un
monoblocco con la
cadenza di 40.000
bottiglie/ora, il
M o n o s t a d i o
2Z30T.
Sono stati progettati due distributori in linea, sincronizzati
meccanicamente, dotati ciascuno di sei campane che lavorano i
contenitori dispari e pari. In questo modo ogni distributore
lavora alla metà della velocità della macchina, è quindi soggetto
a sforzi più leggeri, subisce meno usura, e permette di ottenere
alti livelli di precisione nell’applicazione
delle capsule.
Su questa capsulatrice sono stati
installati i doppi magazzini a lunga autonomia.
Questi hanno una capacità di
stoccaggio di capsule da distribuire che
arriva a 40.000 unità e sono molto funzionali
anche per la facilità e la rapidità di
carico.
La torretta di retrazione rotativa è dotata di ben trenta teste
termiche a doppia ventilazione.
Per questa specifica macchina la Casella Wines aveva
l’esigenza di fare uscire le bottiglie capsulate a 90° rispetto alla
direzione della linea, così abbiamo studiato una particolare stella
di uscita e appositi convogliatori per controllare le bottiglie
che cambiano direzione a velocità molto elevata. Per criteri di
funzionalità le attrezzature di cui è
dotata la macchina sono a sgancio
rapido, garantito da perni eccentrici
di fissaggio, senza bisogno di attrezzaggi
per lo smontaggio. Tutte le
funzioni sono gestibili dal display e,
sulla base della bottiglia che viene
inserita, la macchina si setta automaticamente
in altezza sia per la distribuzione,
sia per la retrazione.
Qual è la vostra strategia per essere
dei leader in campo mondiale?
Innanzitutto fornire la migliore
tecnologia al prezzo più vantaggioso.
Accanto a questo puntiamo sempre all’innovazione,
ascoltiamo attentamente i clienti
ed osserviamo il mercato per comprendere
e prevenire le sue esigenze.
DIETRO LE QUINTE...
Che rapporti ha la vostra azienda con il
suo territorio?
Innanzitutto c’è un rapporto che crea economia e lavoro,
poi, attraverso i contatti con le persone di tutto il mondo che
vengono nella nostra azienda, nel bacino canellese, per noi è
un piacere e un vanto poter fare conoscere i prodotti della
nostra grande enogastronomia e della tradizione.
Coltiva interessi legati al vino, al di
fuori del lavoro?
(Fabrizio Panza) Mi piace moltissimo
visitare le più diverse terre a vocazione
vinicola, per scoprire ambienti
caratteristici, vini molto interessanti,
grande gastronomia.
Come sarebbe il mondo
senza bollicine?
(Piergiorgio Robino) Sarebbe triste. Le bollicine sono
per me il simbolo della festa, dell’allegria, dell’apertura e dell’estroversione.