L'ANGOLO DELLA VIGNA
di Anna Schneider

 

Bizzarro, difficile, splendido 2007

Ci auguriamo che la vendemmia 2007 sia ricordata come un’annata di eccellenti livelli qualitativi, se non eccezionale, e probabilmente sarà proprio così. Ma per i viticoltori e i tecnici che hanno operato in vigneto e in cantina si è trattato anche di una vendemmia, o meglio di una stagione, davvero particolare, oserei dire per molti aspetti bizzarra. Un bilancio più certo e completo potrà essere formulato tra qualche tempo, alla svinatura o per lo meno a raccolta delle uve ultimata.
Ora, a metà settembre, ecco qualche prima considerazione sulla stagione appena trascorsa, la quale ci pare confermare appieno come in agricoltura, e soprattutto in viticoltura, l’andamento climatico influisca in modo davvero sostanziale e ponga gli operatori di fronte a sfide sempre nuove. La stagione 2007 è cominciata dopo un inverno talmente mite (per le regioni settentrionali in particolare), da subire l’attacco violento, meglio sarebbe dire l’assalto, di fitofagi (nottue, tripidi e acari) alle gemme e ai giovani germogli, determinando in alcuni casi seri problemi alla coltura o una riduzione drastica della produzione.
In alcune zone, poi, legno nero e flavescenza dorata si sono manifestate in modo diffuso, destando ovviamente grande preoccupazione. Ma neppure peronospora e oidio sono state facili da controllare: della prima, con le abbondanti piogge di marzo e aprile, si sono avute infezioni gravissime in Sud Italia, mentre in Piemonte la forma larvata, comparsa di colpo sul grappolo e non sulla foglia, ha provocato a luglio danni tardivi.
In alcune località anche il mal bianco a fine stagione è sfuggito al controllo.
Un’annata difficile, dunque, sotto questo profilo: una buona, anzi ottima palestra per far maturare l’esperienza di tecnici e viticoltori, ma impietosa nei confronti dei meno navigati o dei meno fortunati.
Quanto alle temperature, sono state da subito al di sopra della norma e a giugno e luglio hanno fatto registrare ovunque punte davvero elevate: il ciclo vegeto-produttivo è risultato anticipato e la maturazione rapida, con vendemmie che hanno preceduto di 15, anche 20 giorni la media, soprattutto per le uve più precoci: questo ha comportato talvolta problemi organizzativi aziendali.
Bene o benissimo, comunque, dal punto di vista della qualità, la maggior parte delle cultivar precoci. Le piante dei vitigni di medio periodo di maturazione, soggette ad innalzamenti termici rilevanti, soprattutto negli ambienti caldi ed asciutti sono andate incontro a stress, con conseguente limitazione dei processi di accumulo nel frutto: le uve si presentano appassite ma con gradazioni zuccherine medie.
Ciò è accaduto al Dolcetto in Piemonte e a molti vitigni internazionali in Sud Italia, mentre alcuni autoctoni mediterranei hanno dimostrato in queste difficoltà una stoffa da campioni.
Le temperature eccezionalmente elevate hanno determinato anche altri effetti per nulla graditi: al Nord, anche perché accompagnate da una notevole luminosità, hanno provocato scottature dei grappoli e disseccamenti veramente esemplari, con rilevanti perdite di prodotto, dove si era proceduto ad un’incauta, precoce rimozione delle foglie per il timore di attacchi fungini. In non pochi vigneti meridionali, soggetti nel mese di giugno ad innalzamenti termici fino a 42-45 °C, spesso associati allo scirocco, si è avuta la vera e propria “bruciatura” dei grappoli e delle foglie per la grave fitotossicità a quelle temperature dei prodotti antioidici a base di zolfo, con la scomparsa in certe zone dell’intera produzione.
Nota davvero positiva in questa anomala, bizzarra stagione, sono state, almeno al Centro-Nord, le temperature notturne piuttosto fresche, a contrasto con quelle raggiunte durante il giorno, che hanno permesso lo sviluppo di aromi intensi e complessi: anche qui a beneficiarne sono stati i vitigni precoci e quelli tardivi. Per questi ultimi, poi, elemento ulteriormente favorevole, dopo alcune piogge provvidenziali, è stato, specie sul versante tirrenico, il periodo di fine agosto-settembre: asciutto e ben soleggiato, limpido e luminoso, oltre a regalarci dei paesaggi “da cartolina” ha arricchito nelle uve il colore, ammorbidito i tannini, smussato l’acidità senza distruggerla: ci aspettiamo un superbo Barbera, un magnifico Sangiovese, un eccellente Montepulciano…