BIBLIOTECA OICCE
Aldo Lorenzoni, Diego Tomasi (a cura di)
UN PAESAGGIO SOAVE
Consorzio di Tutela Vini Soave, Veneto Agricoltura,
Soave 2007, pp 336
Il paesaggio è il primo strumento per comunicare il territorio
e assume un forte valore
quando ad esso si accompagnano
prodotti come l’uva
e il vino.
Questo libro, dedicato
allo studio del paesaggio
dell’area di produzione del
Soave, vuole condividere la
grande ricchezza paesaggistica
della zona, ma anche
sensibilizzare sui pericoli
che questo patrimonio
rischia di correre se non è
correttamente gestito.
Otto autori hanno lavorato
due anni per delineare il quadro del sistema paesaggistico
del Soave nei suoi diversi aspetti.
Diego Tomasi (Ist. Sper. Viticoltura di Conegliano) ha
analizzato scientificamente la fisionomia del paesaggio viticolo
e la sua influenza e percezione nella qualità del vino.
Aldo Lorenzoni (Direttore Consorzio di Tutela Vini Soave)
ha curato una lettura dell’evoluzione del paesaggio in rapporto
alla vite e al vino attraverso documenti storici da
Cassiodoro, alle testimonianze di illustri viaggiatori del
1700 e 1800, ai rilievi della Kriegskarte, ai numerosi studi
di personalità locali e di studiosi come Italo Cosmo e
Giovanni Dalmasso, di straordinari tecnici come Dino Rui,
Lamberto Paronetto, Paolo Menapace, Enzo Corazzina…
Claudia Robiglio (Università di Verona) ha affrontato gli
elementi distintivi e le architetture viticole, Ernesto Santi ha
svolto una analisi delle forme e delle costruzioni spaziando
dall’archeologia, all’architettura, all’arte sacra.
Del sistema idrografico che nei secoli ha concorso a delineare
profili colturali e paesaggistici ha parlato l’ing.
Umberto Anti (Consorzio Zerpano Adige Guà), mentre
l’architetto Valentino Gomitolo ha sviluppato il tema della
programmazione territoriale e della pianificazione urbanistica
per un utilizzo compatibile e qualificante del territorio.
Silvano Filini, agronomo, ha illustrato come operare sul
territorio, come intervenire sui muri di sostegno dei vigneti,
sulle strade poderali, sui materiali da utilizzare per impianti
o costruzioni, invitando a seguire le strategie di sostenibilità
ambientale emerse dalle recenti esperienze in ambito internazionale.
Diego Bergalli (Università di Verona), ha infine evidenziato
il ruolo economico e sociale del paesaggio nel sistema
territoriale del Soave.
Le forme, i colori, l’anima del “Paesaggio Soave” emergono
da queste pagine attraverso innumerevoli foto d’epoca
e centinaia di immagini che testimoniano la forte identità e i
pregi paesaggistici di questa celebre area vitivinicola del
Veneto.
Teodora Trevisan
IL VIAGGIATORE DI GENNAIO
Neos Edizioni, Rivoli 2007, pp 192, Euro 12
È il primo romanzo di
Teodora Trevisan, giornalista
che si occupa di informazione
agroalimentare e direttore
responsabile della rivista
“Quaderni della Regione
Piemonte – Agricoltura”.
L’Autrice racconta come
nella vita si possano inseguire
dei sogni talvolta non precisamente
individuati e tuttavia
sentiti come essenziali ed
urgenti. Per questo il protagonista,
Federico, decide
improvvisamente di lasciare
per una settimana la Torino
in cui vive e lavora e di
approdare a Koufounissi una
piccola isola dell’Egeo, vuota di turisti, ma piena di tempo per
incontri, passeggiate e pensieri a ruota libera.
La settimana di gennaio vissuta sull’isola si intreccia con
quella vissuta dalla compagna e dagli amici di Federico in una
Torino invernale, sotto la neve, con i suoi ritmi e i suoi riti cittadini.
Sono mondi diversi, ma non narrati in uno scontato confronto
fra un mondo idillico, contrapposto al grigiore cittadino.
Torino e Koufounissi portano ciascuno sofferenze, incertezze,
suggestioni, gioie e piaceri. Entrambi offrono delle opportunità.
Sono le persone a fare la differenza.
Una forte sensibilità per le atmosfere, i rumori, i profumi, i
colori, i gusti fa percepire intensamente la “tipicità” della
Grecia, dell’isola di Koufounissi e quella di Torino.
Un esempio per tutti quel particolarissimo “retsina”, il vino
greco resinato, incompreso da molti turisti, per altri amaro di
nostalgia se bevuto lontano dalla Grecia, perfetto e in armonia
con l’ambiente se invece è bevuto nella sua terra.
Dopo la speciale pausa che si è concesso, Federico torna a
Torino. Ha respirato il mare, incontrato una originale scultrice
danese, l’enigmatica Elena, il “grecissimo” Stavro, il cane
Argo… Come si intreccerà a questo punto la sua storia con
quella della sua bellissima e iperoccupata compagna Laura, laurea
in Fisica e brillante carriera in IBM e la storia di Clara, grande
amica di Laura, lontanissima dal suo successo, ma semplice,
intuitiva e comprensiva?
Francesca Bizzarri
TACUINUM HISTRIONIS
I COMICI DELL’ARTE ALLA TAVOLA DEL RE
Ali&no editrice, Perugia, 2007, pp 111, Euro 12
Francesca Bizzarri, giornalista
romana che collabora
con varie testate del settore
enogastronomico, ha voluto
fare una analisi del 1600 come
secolo in cui, mentre la
Commedia dell’Arte viaggia
dalle corti d’Italia verso Parigi
e permea di sé la cultura del
tempo, la grande cucina rinascimentale
italiana cede il
passo alla nuova cuisine francese,
mito e realtà di una grandeur
culinaria esportata in
tutto il mondo.
Nell’introduzione, lo chef
Paolo Cacciani racconta
quante similitudini esistano tra l’attore e lo chef: “Nel backstage
del teatro c’è la stessa atmosfera frenetica di una cucina, con
tanti personaggi oscuri che lavorano nel caos e nell’improvvisazione
creativa. Fino al sollievo di vedere alzato ancora una volta
il sipario. Ma la performance perfetta è frutto di tanto mestiere,
sul filo di tanti spettacoli visti, sognati o imitati”…
L’Autrice elabora questi legami raccontando gli spostamenti
degli attori della Commedia dell’Arte, in particolare della
compagnia italiana “i Gelosi”, che si radicano in Francia dove
danno vita al celebre teatro “des Italiens”, con le loro famose
prime donne Vittoria Piissimi e la padovana Isabella Andreini.
Segue una riflessione sul “gusto del tempo” con rimandi ad
opere di riferimento per la gastronomia da cui si possono ricavare
abitudini, mode e curiosità alimentari di quel 1600 fatto di
miseria e nobiltà, di fame e di tavole imbandite.
Il lettore può infine cimentarsi ad eseguire una serie di
ricette, fornite in conclusione, tratte dal celebre scalco seicentesco
Antonio Latini e dalla tradizione culinaria francese in cui
operò il leggendario Vatel.
Francesca Colombini Cinelli
1899 - ELINA COLOMBINI.
UNA GENTILDONNA AI FORNELLI
Edizioni Cantagalli, Siena, 2007, pp 96, Euro 9
Donna Francesca Colombini, con la passione per la cultura
e per la vita della terra senese, di Montalcino in particolare,
ha curato un nuovo simpatico piccolo libro.
Dalla messe dei più vari documenti dell’archivio di famiglia,
l’Autrice ha recuperato fra le carte di Elina Colombini
Padelletti, sua amatissima nonna paterna, le note di cucina.
Nonna Elina era una raffinata signora e una grande cuoca.
Si era appassionata all’arte della gastronomia per amore del
marito Pio che aveva sposato a Montalcino nel 1891. Era lui il
suo Pigmalione e il suo più importante giudice e fu lui a farle
prendere lezione da ottimi cuochi perché perfezionasse la sua
conoscenza sulle preparazioni e sulle varietà della cucina. La
cucina divenne per lei un vera passione e finchè non fu impedita
dall’età, a nessuno “lasciò i mestoli”.
Quando dava un pranzo in
città, a metà pomeriggio, Elina si
infilava un camice bianco, si metteva
il foulard in testa, si tirava su
le maniche e si tuffava tra pentole
e tegami dove era già in corso
la preparazione del pranzo così
come lei aveva disposto.
Il ricettario qui proposto in
versione italiana e inglese, porta
il titolo “Ricette di cucina in città”
e proviene da fitti appunti e
annotazioni scritte su foglietti
ingialliti, infilati fra le pagine di
un vecchio Artusi, preziosa fonte
di ispirazione e base di partenza
per sempre più indipendenti e personali interpretazioni.
Ingredienti, dosi e fasi della preparazione sono illustrati con
chiarezza e accortezza.
Minestre in brodo e asciutte, “piatti di tramezzo”, carni e
contorni sono protagonisti. Alcune di queste sono ricette tradizionali
della gastronomia montalcinese.
Non c’è molta cucina di cacciagione, sebbene la signora
Elina la preparasse molto volentieri a Montalcino. La ragione è
subito spiegata: la “cucina di campagna” sarà presto pubblicata
in un altro gustoso libro.
AAVV
LA VITE E IL VINO
Bayer CropScience Srl, Milano 2007,
pp 610, Euro 39
È il terzo volume della
collana “Coltura &
Cultura” che prevede
l’uscita di 12 volumi.
Sono già stati realizzati
i volumi sul grano e sul
pero ed è in lavorazione la
quarta uscita, dedicata al
mais.
La Vite e Il Vino, pubblicato
con il marchio
Script del gruppo ART, si
avvale del contributo di 38
autori operanti nel settore
vitivinicolo. Il coordinamento
scientifico è del professor
Attilio Scienza.
Renzo Angelini (Bayer CropScience), coordinatore della
collana, dichiara che il volume è destinato sia agli operatori del
settore sia al mondo della ricerca e dell’istruzione e si propon
inoltre come uno strumento utile per aiutare il lettore a operare
scelte consapevoli.
Gli argomenti sono raggruppati in sezioni e specifici capitoli,
attinenti alla produzione e alla trasformazione dell’uva,
nonché alla commercializzazione dei prodotti derivati dalla vite.
Storia, cultura, paesaggio si intersecano nella trattazione di
temi scientifici e di argomenti tecnici, che coinvolgono il lettore
grazie alla forma di presentazione dei testi, arricchiti da
immagini e da quadri sinottici che rendono l’opera facilmente
consultabile.