L'OPINIONE DEL PRESIDENTE
di Moreno Soster

Ma OICCE “fa opinione”?

 

Una cara amica, che anche giornalista, mi ha chiesto qualche giorno fa se OICCE faccia opinione nel piccolo grande mondo dell-a viti coltura ed enologia italiane.
La domanda, simpaticamente impertinente, mi consente di riflettere con voi sui nostri primi dieci anni di associazione.
Nel 1998, i soci fondatori ebbero l?intuizione di creare un?associazione con obbiettivi alti: essere interprofessionale e favorire l-a comuni cazione delle conoscenze.
Si sentiva, allora, la necessit? di creare un nuovo rapporto tra le diverse componenti del settore vitivinicolo nazionale al fine- di alimenta re una capacit? di lavoro comune nel campo della tecnica e della cultura.
Per tracciare un percorso di condivisione culturale e di sperimentazione di modelli relazionali, finalizzati ad una crescita di sana competitivit? della produzione enologica del nostro Paese.
Questo obbiettivo, nel tempo e con pazienza, stato perseguito attraverso pi di 100 incontri tecnici, wor-k shop, convegni locali e n-azio nali che sono stati occasione di riflessione comune su tematiche di rilevante in-teres se per il settore, ma anche laboratori aperti alla contaminazione -di diffe renti saperi provenienti dalle diverse discipline coinvolte.
In molti casi consentendo momenti di sintesi che lasciavano piacevolmente stupiti s-ia i parte cipanti sia gli stessi relatori.
Solo alcuni esempi: il vivace dibattito tra i grafici creativi e gli scrupolosi esperti di legge nella costruzione di un?etichetta bell-a e corret ta; il dialogo tra produttori di tappi e progettisti di linee di imbottigliamento; lo studi-o delle per cezioni olfattive e gustative attraver-so il con fronto costruttivo della psicologia, d-ella fisiolo gia, dell?analisi strumentale e di que-lla senso riale.
Un impegno particolare stato quello rivolto alla sostenibilit? ambientale della vitivinicoltura, sia nella sua accezione pi classica d-i conteni mento degli impatti, sia in quello innovativo un pi razionale uso o riuso dei materiali (come nell?uso dei reflui di cantina oppure -nel recupe ro energetico da biomasse).
In questo contesto si colloca anche l?iniziativa di OICCE Energiache abbina all?acquisto -collet tivo di energia elettrica una maggiore- attenzio ne nel programmare l?impiego della risorsa, riducendo gli sprechi e contenendo i costi ed arriva ad allargare i risparmi alle ut-enze dome stiche.
Un altro caposaldo della proposta di OICCE sono stati gli approfond-imen ti sulla storia dell?enologia, riaprendo pagine solo ap-pa rentemente lontane che v-ice versa ci hanno aiutato a- com prendere meglio il nostro presente e ad orientare il nostro futuro.
Ø il caso del recupero- del l?opera di Paolo Francesco Staglieno, consulente enologo ottocentesco del conte di Cavour, che restituisce -all?e nologia piemontese un?autonoma capacit? di determinare il proprio futuro, svincolandola da una eccessiva sudditanza dalla - pur importante - esperienza francese.
Ma questo non che un tassello di una memoria ripercorsa anche attraverso gl-i incon tri tenuti presso la Cantina sociale di Ricaldone su grandi protagonisti del vino: Usseglio Tommaset, Ratti, Eynard, Dalmasso, Desana.
Lo sguardo sul passato non ha precluso ad OICCE di impegnarsi anche nel futuro, -premian do giovani neolaureati impegnati nella- speri mentazione di loro idee originali all?interno aziende enologiche ospiti: unendo il sostegno alla crescita di nuove leve di ricercatori con politica di avvicinamento della ricerc-a all?impre sa.