BIBLIOTECA OICCE
Giuseppe dei Conti di Rovasenda
SAGGIO DI UNA AMPELOGRAFIA UNIVERSALE
TIPOGRAFIA SUBALPINA DI STEFANO MARINO, TORINO,1877
RISTAMPA ANASTATICA.
L’Artistica Editrice, Savigliano, 2008, pp 220, Euro 35
Giuseppe di Rovasenda,
dopo una carriera svolta
nella diplomazia internazionale,
tornò con grande entusiasmo
in Piemonte, alla sua
terra di Verzuolo, nella nota
proprietà “La Bicocca”,
dove intraprese la coltivazione
di più di 3600 tipi diversi
di uve. Da grande appassionato
compì molti esperimenti
e svolse un paziente e preciso
lavoro di classificazione,
dal quale nacquero studi
approfonditi e questo importante
“Saggio”.
Nata in un’epoca di grande confusione nella nomenclatura
ampelografica, quest’opera è stata uno strumento di riordino,
un catalogo generale in cui risultano sinonimie, nomi erronei e
nomi sicuri e principali da adottare. Accanto a questo si trovano
utili descrizioni di diversi vitigni e talora informazioni sul loro
luogo di origine.
Vi sono trattati vitigni italiani e anche stranieri, alcuni presenti
nella collezione della “Bicocca”, altri spediti e descritti al
Conte di Rovasenda da appassionati studiosi, altri ancora tratti
da cataloghi di importanti collezioni e vivaisti dell’epoca.
L’edizione anastatica di quest’opera, riconosciuta fondamentale
nella ricerca ampelografica, rende nuovamente e facilmente
consultabile un lavoro che è divenuto un fondamento per
gli studi sulle viti e che è apprezzato per il suo valore da tutti gli
studiosi e dagli appassionati di Viticoltura.
Nomisma (a cura di )
Wine marketing
SCENARI, MERCATI INTERNAZIONALIE COMPETITIVITA' DEL VINO ITALIANO
Agra Editrice, Roma, 2008, pp. 249, Euro 80
Dopo la fortunata prima edizione del 2003, esce una interessante
riedizione che si pone l’obbiettivo di analizzare un
mercato mondiale del vino sensibilmente cambiato.
Rispetto alla precedente versione, questa volta l’analisi è
focalizzata sui singoli principali mercati di importazione del
vino nel mondo.
Oltre ad una panoramica introduttiva sullo scenario del settore
a livello internazionale, il libro concentra l’analisi sul posizionamento
competitivo del vino italiano su nove importanti
mercati: USA, Regno Unito, Germania, Canada, Giappone,
Russia, Cina, India e Polonia.
Per ognuno di questi Paesi viene riportata una descrizione
dei principali aspetti strategici di marketing che possono interessare
le imprese esportatrici:
profilo del consumatore,
rete distributiva, prezzi di
vendita, fiere di settore ed
altri utili riferimenti sull’economia
di ciascun Paese, sulle
procedure di esportazione,
sulla predisposizione generale
all’importazione, sui punti
di forza che può avere l’Italia
sui diversi mercati trattati.
La seconda parte del volume
presenta, in oltre cento
pagine, più di mille schede
aggiornate al 2008, riguardanti
aziende grossiste ed
importatrici attive nel commercio di vino e liquori.
Le schede si riferiscono ad operatori di Austria, Belgio,
Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania,
Gibilterra, Gran Bretagna, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia,
Lussemburgo, Norvegia, Olanda, Polonia, Portogallo,
Repubblica Ceca, Russia, Spagna, Svizzera, Ucraina e
Ungheria.
La prefazione, svolta da Rolando Chiossi, in qualità di presidente
del Gruppo Italiano Vini, costituisce una lucida riflessione
sullo stato attuale dell’Italia come primo paese esportatore
mondiale, ma anche su negatività e gap strutturali dei quali soffre
il settore vitivinicolo italiano.
Attilio Ianniello
VIGNAIOLI PIEMONTESI
DALL’ASSOCIAZISMO ALLA COOPERAZIONE: UN
TRENTENNIO DI SOLIDARIETÀ TRA I FILARI
Vignaioli Piemontesi, Centro per la Cultura
Cooperativa,
Castagnito/Cuneo,
2008, pp. 154
Questo libro è stato realizzato
per ricordare i
trent’anni dalla fondazione
dell’associazione Piemonte
Asprovit che dal 1996 si è
fusa con l’Associazione
Viticoltori Piemonte, dando
vita all’attuale Vignaioli
Piemontesi, presieduta da
Giulio Porzio e diretta da
Gianluigi Biestro.
Su tale spunto si innesta un più ampio discorso sulla storia
della cooperazione vitivinicola in Piemonte.
L’Autore parte dall’analisi delle prime forme associative
enologiche piemontesi come il Circolo Enofilo Subalpino di
Torino nato nel 1886 e la Società dei viticoltori del Monferrato
che si costituì a Casale Monferrato (AL) nel 1902. Si percorre
poi la storia dell’associazionismo, la nascita e la crescita esponenziale
delle cantine sociali, le mobilitazioni dei viticoltori in
balia di mediatori, gli anni della “guerra del Moscato”,
l’impegno di alcuni uomini che sono diventati figure storiche
per la loro grande opera a favore della tutela dei contadini e a
sostegno delle associazioni vitivinicole.
Sulla base di una precisa documentazione, ben segnalata
nella ricca bibliografia, si descrive il contesto che porta nel
1977 alla nascita della Associazione tra Produttori Vitivinicoli
Piemontesi e della Viticoltori Piemonte nel 1983. Si arriva poi
agli Anni ‘90 caratterizzati dall’esigenza di superare il peso
delle divisioni fra le associazioni.
Queste divisioni non fanno che determinare una minore
forza nei confronti dei comparti dell’industria di trasformazione
e della commercializzazione. Nel 1996 si fondono quindi
Asprovit e Viticoltori Piemonte che, pur provenendo da
ambiti politici e ideali differenti, si uniscono a difesa degli
interessi dei viticoltori, creando gradualmete all’interno della
nuova organizzazione una filiera completa che dalla barbatella
porta all’enoteca.
IL TERRITORIO SENESE TRA
GRANDI ROSSI E VINSANTI
Provincia di Siena, AGRA, Roma, 2008, pp. 75, Euro 9
Questo volumetto
fa parte di
una collana che
l ’A s s e s s o r a t o
a l l ’A g r i c o l t u r a
della Provincia di
Siena dedica ai
grandi prodotti
enogastronomici
del senese. È stato
preceduto da due
monografie sull’olio
e sui formaggi
ed è affiancato da
altre pubblicazioni incentrate sui grandi vini locali.
Immagini molto belle distinguono quest’opera che si propone
di descrivere la DOCG Chianti dei Colli senesi, la DOC
Orcia e il classico Vinsanto, inserendoli nel loro habitat costituito
naturalmente da una solida storia enologica, ma anche da
tradizioni, feste, gastronomia, ricorrenze.
Del Vinsanto si presentano i vitigni impiegati e le uve raccolte
“a prenzoli” o “a grappoli”, a seconda del tipo di appassimento
che si vuole effettuare, il metodo di produzione, le
dimensioni “amicali” o “famigliari” delle quantità prodotte, i
disciplinari di produzione, gli abbinamenti vincenti, il metodo
di una giusta degustazione.
Della DOC Orcia, una delle più piccole della Toscana come
ettari vitati, si traccia la storia fortemente legata alla mezzadria
che si è poi trasformata dando origine alle attuali aziende che
basano la loro economia sul vino, ma anche sulla raccolta di
cereali, di olive e sull’allevamento.
Si passano quindi in rassegna i numerosi vitigni di questa
DOC e si termina con due altri classici prodotti locali: il tartufo
e il formaggio pecorino.
Si chiude con “Il gigante paziente” (come viene definito il
Chianti Colli Senesi DOCG) che, con oltre duemila ettari,
coinvolge territori molto diversi tra di loro.
Questi territori vengono raccontati nei loro lineamenti
essenziali e per le caratteristiche che conferiscono al vino.
Viene poi descritta la serie delle principali uve che sono impiegate.
Si termina infine con la descrizione di insaccati tipici del
territorio.
Luciano Pignataro (a cura di)
LA NUOVA GUIDA COMPLETA
AI VINI DELLA CAMPANIA
Edizioni dell’Ippogrifo, Sarno (SA), 2006,
pp 598, Euro 23,80
Luciano Pignataro,
giornalista de “Il Mattino”
di Napoli è autore di guide
e volumi sull’agricoltura
del Sud. In quest’opera,
per la quale si è avvalso
anche di numerosi collaboratori,
presenta 240
aziende e 1500 etichette
che sono il biglietto da
visita della vitivinicoltura
campana, un settore che è
tornato a recitare il suo
antico ruolo principe dell’agroalimentare
meridionale.
“Dall’antro della Sibilla Cumana alla Vigna di San Martino,
dagli scavi di Pompei alla Valle Telesina, dal freddo irpino al
caldo della conca assolata di Mondragone, dal vulcano spento
di Roccamonfina ai vigneti piantati sulla sabbia nera alle falde
del Vesuvio, dalle rocce di Capri al tufo di Ischia, dall’austero
Cilento alla lasciva Terra delle sirene: il vino campano - scrive
Pignataro - gode di ottima salute.”
Questa guida si pare con “le bottiglie dell’Arca” che presentano
in 142 etichette i vini che l’autore considera i più
emozionanti della produzione campana. Segue poi l’analisi
della produzione vitivinicola relativa alla provincia di Napoli,
al Sannio, all’Irpinia, all’Aversano e Casertano, alla Costa
d’Amalfi alle Colline salernitane e al Cilento.
Di ogni zona vengono descritte le aziende con le loro
caratteristiche, l’enologo, i vitigni utilizzati, gli ettari di proprietà,
le bottiglie prodotte, le tipologie e le caratteristiche
dei vini.