RINA SpA - Agroqualità SpA |
Il RINA viene fondato a Genova,
nel 1861, con il nome di “REGISTRO
ITALIANO”, per iniziativa
della Associazione della Mutua
Assicurazione Marittima - nata a
Genova nel 1857 tra armatori e proprietari
(o caratisti), per coprire i
rischi relativi a perdite e/o avarie
riguardanti il corpo e gli attrezzi
delle navi a vela - per soddisfare le
esigenze degli operatori marittimi
italiani, in analogia con quanto già
fatto in precedenza in Inghilterra e in
Francia.
Il Registro Italiano, nato quale espressione del mondo navale
ligure e come propaggine dell’Associazione della Mutua
Assicurazione Marittima, dal 1871 assunse carattere nazionale.
Oggi RINA S.p.A. è la società operativa del Registro
Italiano Navale ed è presente con proprie sedi esclusive in 32
nazioni, con oltre 90 uffici di cui 40 in Italia, con un totale di
circa 1200 addetti, oltre 900 dei quali è costituito da personale
esclusivo, con elevate qualifiche professionali.
Per meglio incontrare le esigenze del mercato, il RINA ha
progressivamente diversificato le proprie attività, trasferendo
le capacità acquisite e consolidate nel campo navale ad altri settori,
che spaziano dalle certificazioni di qualità alle certificazioni
ambientali di sistema e di prodotto, alla certificazione della
responsabilità sociale, ai servizi avanzati per l’industria, per
offrire un sostegno strategico alle organizzazioni che operano
in campo nazionale ed internazionale.
OICCE Times ha chiesto a Sergio Cappellani,
Amministratore Delegato di Agroqualità SpA, di illustrare le
attività del RINA, in particolare per quanto riguarda il settore
agroalimentare ed enologico.
Quali servizi offre oggi il RINA ed in quali settori opera?
La struttura organizzativa comprende la società capogruppo
RINA S.p.A., operante nel settore navale, certificazione e
servizi per l’industria, ed altre 16 società consociate tra le quali
RINA Industry S.p.A., operante nel settore Energy & Process,
Shipping, Infrastructures & building e Security.
Il RINA è membro del CISQ (Certificazione Italiana
Sistemi Qualità) ed aderisce all’accordo internazionale
IQNet, può vantare diversi riconoscimenti
nazionali ed internazionali
(SINCERT, INMETRO, UKAS,
SAI, BRC, MINISTERI) per la certificazione
di sistema, di prodotto
(certificazione volontaria e certificazione
CE) e di personale.
Quali sono le vostre azioni
nell’ambito dell’Agroalimentare?
La qualificazione e la valorizzazione
delle produzioni agroalimentari
italiane da sempre rappresentano
la mission di Agroqualità.
Tale Società, infatti, nasce nel1995 dall’esigenza delle Camere di Commercio di presidiare
i temi della certificazione agroalimentare, dotandosi di una
struttura specializzata, in grado di operare in un mercato che,
a metà degli anni novanta, iniziava a presentare esigenze di
salvaguardia dei valori della qualità.
Nel corso del 2007 si è concretizzata l’alleanza con
RINA SpA che incrementa le potenzialità acquisite dall’ente
in ambito regolamentato, con particolare riferimento ai
marchi DOP ed IGP, con una vasta gamma di servizi nella
certificazione volontaria di prodotto e di sistema per
l’agrolimentare.
Come operate e quali servizi offrite al settore enologico?
Agroqualità opera avvalendosi di una rete operativa che può
contare sugli uffici RINA distribuiti sull’intero territorio nazionale,
ed impiegando personale interno o professionisti esterni
con un’elevata competenza nel settore agroalimentare.
Questa capillarità territoriale consente alla Società di
essere vicina alle imprese, cogliendone costantemente le
esigenze ed orientadole nella scelta della certificazione più
idonea in relazione ai loro obiettivi ed al loro mercato di
riferimento.
La gamma dei servizi offerti, con i relativi accreditamenti,
spazia dalla certificazione dei sistemi di gestione per la
qualità secondo la norma ISO 9001, alla rintracciabilità
secondo la norma ISO 22005, alla sicurezza alimentare
secondo la norma ISO 22000, all’ambiente secondo la
norma ISO 14001.
Oltre all’ambito volontario, Agroqualità sta attivandosi
nel campo dei controlli previsti per i Vini di Qualità Prodotti
in Regioni Determinate alla luce delle recenti modifiche
introdotte dalla normativa nazionale e comunitaria in materia.
Che valenza ha la certificazione agroalimentare
e nel mondo del vino in particolare?
Il panorama agroalimentare italiano, anche nel settore vitivinicolo,
è caratterizzato da piccole imprese, spesso a conduzione
familiare, le quali sono impegnate a produrre e a sostenere
l’aggressiva concorrenza di competitors stranieri, in uno
scenario complessivo di globalizzazione.
È necessario, evidentemente, adottare strategie che consentano
l’affermazione del Made in Italy, puntando su elementi
di caratterizzazione che rendano il prodotto italiano
unico, inimitabile.
A ciò si aggiunge un crescente interesse da parte del consumatore
alle tematiche inerenti all’origine, alla sicurezza ed
alla genuinità.
La certificazione, rilasciata da un ente terzo indipendente
e specializzato nel settore, diventa, perciò, uno strumento
essenziale per fornire al mercato le necessarie garanzie diqualità e distinzione dei
prodotti.
Quali sono gli schemi di
certificazione più utilizzati
dalle cantine?
La certificazione della
rintracciabilità secondo la
norma UNI 10939, recentemente
sostituita dalla
ISO 22005, è fra le più
richieste da parte delle
aziende in quanto costituisce
uno strumento importante
per assicurare ai consumatori
il controllo relativo
all’origine, alla produzione
e alla distribuzione
del prodotto, con il coinvolgimento
di tutti gli operatori
della filiera che hanno
come obiettivo comune la
garanzia dell’integrità del
prodotto.
Da segnalare, inoltre, il forte interesse verso la
certificazione del sistema di gestione per la qualità
secondo la ISO 9001, in particolare per le realtà
aziendali di maggiori dimensioni, in quanto costituisce
uno strumento importante per migliorare
l’organizzazione aziendale e conseguire dei vantaggi
in termini di efficienza o di differenziazione ed
acquisire una posizione privilegiata sui mercati.
L’aumento delle certificazioni ISO 14001 può
essere interpretato come un segno di maggiore
sensibilità ambientale da parte delle cantine?
La promozione di uno sviluppo equilibrato e
sostenibile delle attività economiche, l’elevato livello
di protezione dell’ambiente ed il miglioramento
di quest’ultimo sono tra le problematiche più urgenti
che le moderne economie di mercato devono
affrontare.
L’adozione da parte delle aziende vitivinicole di
standard rivolti alla gestione ambientale, dimostra
senza dubbio una sensibilità a migliorare le proprie
performance ambientali e alla trasparenza nei confronti
del territorio su cui operano.
In considerazione della rilevanza
di questi temi, Agroqualità sta sviluppando
uno specifico progetto relativo
alle dichiarazioni ambientali di prodotto
nel settore vitivinicolo, che
costituisce un approccio innovativo
di comunicazione che le imprese possono
adottare per fornire ai consumatori
informazioni oggettive, confrontabili
e credibili sulle prestazioni
ambientali del prodotto.
Perché è sempre più importante per le cantine
essere certificate per entrare con i loro prodotti
nei supermercati inglesi e tedeschi?
Negli ultimi anni la Grande Distribuzione
Organizzata internazionale ha promosso l’adozione
di alcune norme contenenti requisiti a carattere igienico-
sanitario, di assicurazione qualità, di rintracciabilità.
L’obiettivo è quello di selezionare i fornitori sulla
base della loro capacità di fornire prodotti sicuri,
conformi alle specifiche contrattuali e ai requisiti di
legge. In particolare le certificazioni in questo ambito
fanno riferimento al BRC, promosso dal British
Retailer Consortium, che costituisce un modello
riconosciuto in Gran Bretagna e all’IFS
(International Food Standard), promosso da un
Consorzio al quale aderiscono le realtà più rappresentative
dei retailer del centro Europa.
Pertanto anche le aziende vinicole che forniscono
le grandi catene di distribuzione internazionale,
devono certificarsi rispetto a questi standard per
mantenere la possibilità di
fornire il loro prodotto.
Che importanza ha la
norma ISO 22000 per i
costruttori di macchine per
l’enologia?
La certificazione del
sistema di gestione per la
sicurezza alimentare secondo
la norma ISO 22000
dimostra la capacità dell’azienda
di tener sotto controllo
e di gestire i rischi e le
tematiche connesse alla
sicurezza alimentare.
La ISO 22000 è una
norma internazionale adatta
anche ad aziende della filiera
vitivinicola, non solo
direttamente coinvolte nel
processo di produzione, ma
anche indirettamente.
Sebbene non sia obbligatoria,
questa norma si pone come punto di
riferimento per gli operatori per
l’applicazione dei regolamenti comunitari
in materia d’igiene e sicurezza
alimentare.
In particolare, è richiesto all’azienda
di valutare i rischi associati
alla realizzazione del prodotto
tenendo conto dei pericoli legati alla
struttura, al processo e quindi anche
alle macchine ed alle attrezzature