BIBLIOTECA OICCE


Paolo Massobrio, Fabio Molinari,
Raffaella Quarteto
L?ANGELO DELLO SHAKER
Angelo Zola e l’arte di essere barman
Club di Papillon – Comunica Edizioni, Alessandria
2008 pp 190

Papillon ha realizzato questo volume della serie “il gusto della vita” per ricordare Angelo Zola, “l’Angelo dello shaker” (1906-1977), nato a Roma da genitori originari di Viverone.
Questo libro ripercorre le tappe della sua vita dagli inizi romani alle esperienze degli Anni Trenta al Majestic di Chamonix, a New York, a Londra, al Casinò di Campione, poi ancora a Roma nell’atmosfera della “dolce vita” all’Hotel Ambasciatori, affacciato sulla mitica Via Veneto, fino ai trent’anni trascorsi all’Hotel Principe e Savoia di Milano. Viene ricordato anche il suo impegno nelle associazioni del settore, l’Associazione italiana barman e sostenitori (Aibes) e l’International Bartenders Association (Iba) che raccoglie i migliori professionisti dello shaker nel mondo, associazioni delle quali è stato presidente.
“L’Angelo dello Shaker” è anche la storia di un uomo, delle sue passioni, delle sue amicizie, dei suoi incontri con i diversi clienti e i molti personaggi famosi che frequentavano le sale del celebre “Principe e Savoia”. Preparò cocktail per il generale Montgomery, il presidente Podgorni, il duca Filippo di Edimburgo, i reali d’Olanda, il principe Ranieri e Grace di Monaco, il duca d’Aosta, Aristotele Onassis, divi dello spettacolo come Richard Burton e Liz Taylor, Marcello Mastroianni e Catherine Deneuve, l’allora giovane industriale Giovanni Agnelli, Pietro Barilla…
Diceva Zola che un barman che si rispetti deve tenere a mente almeno duecento ricette e conoscerne tremila e soprattutto deve saper sempre preparare un cocktail perfetto guardando, capendo, interpretando il gusto del cliente che ha davanti.
Per la giuria del Premio Cesare Pavese creò un cocktail speciale unendo una serie di accostamenti simbolici: “vermouth bianco per ricordare il cielo e il profumo del vino d’Asti; Bourbon per ricordare le distese di grano sotto le colline; Cherry per i suoi ciliegi; l’amaro del bitter e due gocce di limone per equilibrare il tutto.”
In appendice al libro sono pubblicati i cocktail di Angelo Zola, così come lui li aveva appuntati su una piccola agenda di lavoro.
Tra i mille accostamenti di colori, profumi, gusti, spicca un cocktail che Zola, in una sua intervista, consigliava particolarmente: “un terzo di felicità, un terzo di buona salute, un terzo di operosità, più due gocce di buon senso…”


AA.VV.
IL GAGLIOPPO E I SUOI FRATELLI.
I vitigni autoctoni calabresi.
Liprandi Spa, Cirò Marina, 2008 pp 270

Questo libro nasce da “una necessità di ordine, conoscenza e coscienza” percepita dall’azienda vitivinicola Librandi verso le tante varietà di uva una volta presenti in diversa percentuale nei vigneti e nei vini della Calabria, ma col tempo messe in disparte a vantaggio di altre, più produttive e più semplici da gestire.
Da questa idea di base, nel 1993, nasce a Cirò Marina la prima vigna sperimentale dell’azienda, in cui vengono innestati Magliocco, Arvino, Mantonico bianco e Pecorello.
Incoraggiata dai buoni riscontri ottenuti, l’azienda decide di allargare i propri interessi anche ad altre varietà presenti sul territorio regionale. Nel 1999 crea il primo campo sperimentale costituito da 2500 viti suddivise fra 25 varietà locali. Da allora è continuata un’opera di collezione che a partire dal 2003 ha portato ad un giardino varietale di 2800 viti realizzato allo scopo di includere e studiare l’intera collezione di vitigni antichi raccolti. Su questi vitigni è stato avviato un progetto che comprende l’analisi del Dna, la descrizione ampelografica, lo studio virologico, lo studio enologico.
Referenti per le diverse sezioni sono Anna Schneider, Franco Mannini, Stella Grando, Andrea Paoletti, Donato Lanati, affiancati da molti qualificati collaboratori scientifici, da tecnici, vivaisti, viticoltori, appassionati…
In dieci capitoli si può seguire la descrizione dei lavori condotti nei diversi ambiti della ricerca.
In appendice si trovano le schede ampelografiche ed analitiche di 28 varietà scelte fra: vitigni regionali come Gaglioppo, Magliocco dolce e canino, Pecorello, Mantonico e Greco bianco per alcuni dei quali non erano reperibili in bibliografia descrizioni dettagliate o pienamente corrette; vitigni minori calabresi riscontrati in più areali della regione facendo supporre una diffusione ben più ampia nel passato; cultivar locali poco note, ma con promettenti caratteristiche produttive; infine cultivar presenti in Calabria con nomi tradizionali e distinti, ma facenti parte anche di realtà proprie di regioni limitrofe o diffuse sul territorio nazionale e anche oltre.


Andrea Rea
SCENARI DI MARKETING DEL VINO
Una prospettiva al femminile
FrancoAngeli, Milano 2009 pp. 215 Euro 25

Fra le iniziative rivolte a festeggiare il loro primo ventennale, le “Donne del Vino”, traghettate nel secondo millennio dalla presidente Pia Berlucchi, hanno voluto mettersi ancora una volta in gioco per analizzare il significato della loro attività di questi venti anni e per vedere parallelamente l’evoluzione dello scenario del vino in questo arco di tempo.
Con tale obbiettivo hanno affidato uno specifico studio al Prof. Andrea Rea, docente alla Scuola di Direzione Aziendale dell’Università Bocconi di Milano, Responsabile dell’Osservatorio Marketing del Vino. I risultati dello studio intrapreso sono raccolti in questo libro.
L’apertura è affidata al percorso millenario che ha visto rapportarsi la femminilità con il mondo del vino, oggetto dell’introduzione storica curata da Giusi Mainardi.
Nella prima parte il volume raccoglie i risultati di un sondaggio su oltre 200 socie delle “Donne del Vino”. Da questo emergono chiare indicazioni sul sistema valoriale del vino, sui drivers di mercato, sulle motivazioni dei consumatori, sulla comunicazione.
La seconda parte approfondisce cinque precise priorità di marketing conseguenti. Il filo conduttore è la creazione di valore per il cliente: interpretare la relazione con il cliente come condizione per una vendita soddisfacente, offrire esperienza, saper combinare la propria identità con il territorio e la cultura, costruire brand.
Tali argomenti vengono trattati alla luce delle loro implicazioni manageriali e in riferimento ad esperienze reali delle Donne del Vino.
Questo è il primo volume di una collana dedicata dall’Osservatorio Marketing del Vino al Fine Food & Beverage.


Atti di vent’anni di seminari del
GRUPPO TECNICO MASI A VINITALY.
1989-2008
Qualità e prospettive della viticoltura
e dell’enologia delle Venezie.
Masi Agricola SpA, S. Ambrogio di Valpolicella,
2008 pp 245

I testi dei seminari tecnici, svolti in venti anni di edizioni di Vinitaly, esprimono il punto di vista del Gruppo Tecnico Masi su alcuni punti fondamentali della qualità e su alcune problematiche di produzione e sviluppo del vino, affrontando la divulgazione di concetti importanti per una migliore comprensione della tradizione e dei valori di un territorio particolarmente vocato alla viticoltura.
Il volume non propone gli atti in sequenza cronologica, seguendo lo svolgimento dei seminari Masi, ma li raggruppa per macrotemi che ne costituiscono i quattri capitoli: i fattori della qualità nei vini veronesi; i vini veronesi e alcune pratiche moderne; appassimento: originalità e caratterizzazione; la risposta Masi alla globalizzazione: recupero di vitigni autoctoni e sviluppo della tradizione.
Coordinatore tecnico e “regista” del Gruppo Tecnico Masi, è Lanfranco Paronetto, del quale vengono presentati gli interventi tenuti ai diversi seminari.
La prima serie di relazioni prende in considerazione la qualità del vino e il concetto di territorio con specifiche riflessioni sul Valpolicella e su vantaggi e svantaggi della “tradizione” nella produzione vitivinicola veronese. Il secondo capitolo presenta due interventi su opportunità e potenzialità dell’uso del legno nell’invecchiamento del vino e sull’impiego di microrganismi selezionati per la fermentazione alcolica e malolattica.
Il terzo gruppo di relazioni riguarda la pratica più originale del veronese: la vinificazione di uva appassita per l’ottenimento di due rossi emblematici quali Amarone e Recioto.
L’ultima parte è dedicata all’importanza della ricerca scientifica e della sperimentazione applicativa nell’approfondire e individuare gli aspetti agricoli ed enologici dei vitigni definiti autoctoni, un tema che vede da tempo impegnata la Masi, titolare in collaborazione con l’università di Milano di un progetto di recupero di alcuni antichi vitigni veronesi quali Cabrusina, Forsellina, Pomella, Oseleta e Bianca Capriana.