A cura di Zeffiro Ciuffoletti
STORIA DEL VINO IN TOSCANA
Dagli Etruschi ai nostri giorni.
Polistampa, Firenze, 2000, pp. 268
(lire 28.000)
È sicuramente difficile riassumere la storia del vino
della Toscana in poco più di duecento pagine. La grande
ricchezza e le molte valenze storiche, politiche, economiche
di questo tema possono anche fare esitare gli studiosi che hanno
coscienza di trovarsi di fronte ad un immenso lavoro da affrontare.
Questa non deve essere una ragione per demordere, perché
c'è una forte esigenza di studi seri e originali sulla
storia enologica. In tale spirito è nato questo libro
che traccia un pregevole quadro complessivo sullo sviluppo della
vitivinicoltura toscana. Questo lavoro, come afferma il curatore,
non pretende di essere esaustivo, ma offre un efficace percorso
che può costituire un ottimo punto di partenza per altri
approfondimenti. Il volume nasce dall'unione degli interventi
di esperti dei diversi campi collegati alla storia del vino:
dalla storia del territorio alla storia del costume, dai mercati
alle tecniche di produzione, dalla cultura agronomica alle tecniche
di vinificazione. Gli interventi iniziano con la trattazione
del vino in Etruria (F. Paolucci), si prosegue con la vitivinicoltura
della Toscana medievale (G. Pinto) per passare poi alla grande
epoca medicea con il vino a Corte (G. Cipriani) e con i vari
aspetti produttivi, legali e commerciali relativi alla vitivinicoltura
della Toscana di quei tempi (L. Rombai, M. Pinzani, S. Squarzanti).
Vengono quindi trattati il 1700 e il 1800, secoli durante i quali
si assistette ad un grande risveglio della cultura agronomica
animato dalle iniziative e dagli studi della storica Accademia
dei Georgofili e dall'opera di grandi proprietari agronomi. Tali
furono ad esempio il barone Bettino Ricasoli ideatore a Brolio
della formulazione ideale del Chianti, e il marchese Vittorio
degli Albizi, pioniere nell'importazione di eccellenti vitigni
francesi a Pomino e Nipozzano (Z. Ciuffoletti).
In un ulteriore capitolo sono percorse le varie tappe che portarono
alla formulazione del Chianti e al successo internazionale del
Pomino bianco (D. Olmi). Nuove strade si aprirono per il vino
toscano a fine 1800 e inizio 1900 quando si registrarono un'espansione
dei consumi e del mercato nazionale, il dilagare della crisi
fillosserica, l'affermazione di una nuova viticoltura, la necessità
di tutela dei vini tipici e il divampare della "guerra del
Chianti" in merito alla delimitazione delle aree di produzione
(Z. Ciuffoletti). Viene quindi l'esame degli ultimi cinquant'anni
durante i quali si è assistito alla crisi della mezzadria,
alla trasformazione delle strutture aziendali, all'affermazione
della viticoltura specializzata, all'evoluzione delle tecniche
enologiche e all'attuazione di nuove norme della politica comunitaria
(P.L. Pisani, P. Nanni). L'ultimo capitolo è dedicato
al successo dei vini toscani di "nuovo concetto", frutto
di lunghe sperimentazioni e di nuove conoscenze viticole ed enologiche
(G. Tachis).
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