Alkonyi Laszlo
TOKAJ
A Szabadsag Bora
The Wine of Freedom
Spread Bt. (Borbarat), 2000, pp 239
11700 Ft
Dalla nascita dell'astro del Tokaj nel 1600 legata, secondo
la leggenda, al pastore Szepsi Laczko Maté, all'attuale
denominazione ripartita fra 27 comuni, si presentano le tappe
storiche e le tecniche di produzione che portano alla produzione
del più celebre vino ungherese.
Ma non solo: nel libro si descrivono collocazione geografica,
tipologia e composizione dei terreni, storia e retaggio dei secoli,
caratteristiche della regione, tradizioni e confronto fra le
diverse culture della gente stanziata nella Tokaj Hegyalja. A
conferma della fama di questo grande vino si riportano gli apprezzamenti
di teste coronate come il Re Sole che secondo la tradizione coniò
il celebre aforisma "È il re dei vini ed è
il vino dei re", lo zar Pietro il Grande, l'imperatrice
russa Elisabetta, ma anche di importanti artisti come Beethoven,
Liszt, Schubert.
L'Autore traccia inoltre un panorama delle varietà viticole
presenti nella zona. Dopo la fillossera i principali vitigni
rimasti sono Furmint e Harslevelu seguiti da Sarga Muskoktaly
(Moscato giallo). Ha buone prospettive di affermazione lo Zeta
(detto anche Oremus), un incrocio fra Bouvier e Furmint creato
nel 1951 e autorizzato nel 1990.
Nel libro sono spiegate le fasi che portano alla produzione di
questo vino, l'importanza del ruolo della Botrytis Cinerea, la
rivoluzione tecnologica avvenuta in cantina, gli abbinamenti
gastronomici, la descrizione delle principali proprietà
viticole della regione, alcune rilevate da capitali stranieri,
altre appartenenti a famiglie ungheresi.
Oltre ad essere una interessantissima fonte di informazioni,
il libro è invitante per la sua presentazione grafica
elegante ed accurata.
Il testo realizzato affiancando Ungherese ed Inglese, non appesantisce
affatto la lettura, che è resa ancora più piacevole
dall'inserimento di fotografie di grande bellezza.
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